Regia di Mike Flanagan vedi scheda film
Per essere bello, è bello: c'è suspense, tensione, atmosfera.
Peccato che inciampi nelle solite ingenuità del genere:
perché, ben conoscendo la potenza malefica dello specchio, inclusa la capacità di scatenare allucinazioni visive e auditive di ogni tipo, la ragazza, già miracolosamente scampata 11 anni prima, pensa di poterlo controllare?
Perché invece di qualche sveglia e telecamera, non ha predisposto una serie di persone nelle immediate vicinanze della casa, a distanza di sicurezza, pronte a intervenire?
Perché fa affidamento su registrazioni che lo specchio potrebbe cancellare, o farle soltanto credere di stare effettuando?
Perché non molla tutto, allontanandosi di corsa, non appena si rende conto che l'entità malvagia si è risvegliata, facendole spostare le telecamere senza rendersene conto?
E soprattutto, perché ti metti a fare una cosa simile di notte?
Per aver covato questa vendetta contro lo specchio per 11 anni, il suo piano è decisamente malaccorto, e va in pezzi abbastanza rapidamente.
Un altro limite narrativo tipico sono le allucinazioni: non sai mai se ciò che stai vedendo è vero, o è l'ennesima illusione, come nel di poco successivo Jukai - La foresta dei suicidi. Ciò rende difficile seguire la storia, e fare previsioni sul suo sviluppo.
Il contrasto iniziale tra i due fratelli, che ricordano gli avvenimenti di 11 anni prima in maniera opposta, era molto interessante, e poteva essere sfruttato meglio.
Non si capisce poi perché il maschio abbia passato 11 anni in manicomio, se ha chiaramente agito per legittima difesa: altra occasione sprecata per qualche colpo di scena, o anche solo per riflettere su come sia stato condizionato dal sistema.
In conclusione: prodotto tecnicamente ben fatto, gradevole da vedere, ma privo di quel qualcosa in più che fa la differenza. 6/10.
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