Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Werner Herzog incontra Douglas Feldman, condannato a morte per un duplice omicidio apparentemente privo di senso.
Quarto episodio della seconda stagione di Death row: Werner Herzog entra in carcere per conoscere di persona Douglas Feldman, macchiatosi tredici anni prima di duplice omicidio. Se il primo è scaturito da una banale lite stradale, il secondo è avvenuto in maniera quasi naturale, spontanea, ad ascoltare il racconto dello stesso Feldman, che si sentiva così aggressivo ed eccitato dopo aver ucciso il primo uomo che decise di sparare a un secondo qualche minuto più tardi, a una pompa di benzina. Il condannato a morte sa già che tra pochi mesi verrà giustiziato, ma non si mostra particolarmente preoccupato; le domande di Herzog incalzano per fargli raccontare la sua vita precedente a quel tragico episodio: a parte qualche episodio di microcriminalità e un paio di anni di carcere per spaccio di modiche quantità di erba, Feldman non sembra una persona poco raccomandabile. Si è laureato a pieni voti, viene da una famiglia normalissima, ha viaggiato molto da ragazzo; e poi, una sera, è successo l’impensabile. Non ne sembra neppure pentito, e questo fa maggiormente infuriare la figlia di una delle due vittime, intervistata in parallelo dal regista. Herzog va infine a trovare la madre del condannato e può solo constatarne la disperazione. Come sempre Herzog documenta come un vero reporter, dando un piglio antropologico alle sue ricerche ed evitando spettacolarizzazioni gratuite o facili prese di posizione morale: Feldman è colpevole, è condannato a morte, ed è anche un uomo – al regista tedesco interessano tutti e tre gli aspetti allo stesso modo. 6/10.
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