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Death Row II - Portrait: Darlie Routier

Regia di Werner Herzog vedi scheda film

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La recensione su Death Row II - Portrait: Darlie Routier

di mm40
6 stelle

Herzog incontra Darlie Routier, condannata a morte per aver ucciso almeno uno dei suoi due bambini, Damon e Devon, in un raptus di follia.

Il caso Darlie Routier ha appassionato l’opinione pubblica americana sin dai primi giorni, non appena avvenne il duplice, barbaro omicidio dei fratellini Damon e Devon Routier: era l’estate del 1996 e la madre, Darlie, chiamò la polizia in piena notte per denunciare l’aggressione di un maniaco armato di coltello in casa sua. I piccoli erano già morti all’arrivo delle forze dell’ordine, la donna riportava una ferita abbastanza grave al collo e altre alle braccia. Eppure le successive, prolungate indagini hanno dimostrato che all’interno dell’appartamento le uniche tracce di dna presenti erano quelle dei familiari, vale a dire, oltre a loro tre, il marito e l’altro figlio di sette mesi, rimasti illesi quella notte in quanto dormivano al piano superiore della casa. E anche la dinamica degli omicidi è piuttosto sospetta, le incongruenze pullulano così come le false piste disseminate qua e là senza neppure tanta fantasia. Darlie Router è stata perciò condannata a morte per la morte quantomeno di Damon – mentre su quella di Devon non si sono trovate certezze assolute: e questo è uno dei paradossi su cui fa ancora leva la difesa della donna, il cui avvocato viene qui intervistato da Werner Herzog in maniera approfondita. Il regista parla anche con l’accusa, con la madre della condannata e con la donna stessa, della quale ricava un quadro psicologico piuttosto discutibile: egocentrica in maniera preoccupante, ama stare al centro dell’attenzione e non disdegna affatto le telecamere in prigione, tutte caratteristiche che molto presto l’hanno resa un personaggio mediatico di notevole impatto (una specie di Franzoni texana, a conti fatti). Herzog è però interessato soprattutto al lato umano della donna e nei suoi colloqui va alla ricerca non tanto della verità dei fatti, ma delle idee della Routier, dei suoi atteggiamenti e delle sue reazioni agli sviluppi del caso. Secondo episodio della seconda stagione. 6/10.

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