Regia di Luigi Magni vedi scheda film
Magni tratta i conflitti politici della Roma repubblicana secondo il linguaggio dialettale tipico della Roma moderna ("a Scipio'!"). Ed anche i riferimenti politici all'attualità sono abbastanza evidenti. La materia è trattata, però, con molta superficialità, secondo uno schema che ricorda molto da vicino la goliardia degli scherzi liceali.
La cosa migliore del film (insieme alla colonna sonora composta ed eseguita da Severino Gazzelloni) sono i duetti tra i due fratelli Mastroianni (sorprendente Ruggero, quotato montatore, in un personaggio cinico e scanzonato), fisicamente somigliantissimi, seppure interpreti di due personaggi eticamente agli antipodi.
Qualitativamente, è da condividere il giudizio di Claudio G. Fava, che del film di Magni scrisse: «nel complesso un'operetta bizzarra ma mediocre, e spesso uggiosa nella sua trascuratezza melensa e furbastra». (20 luglio 2007)
Cornelio Scipione detto l'Africano (per la vittoria sui Cartaginesi di Annibale) e il fratello Lucio Scipione detto l'Asiatico sono messi sotto accusa da Catone il Censore, difensore della repubblica, per essersi impadroniti di cinquecento talenti offerti come tributo dal re della Siria. L'integerrimo Africano scopre che il colpevole è il fratello, ma dimostrare la propria integrità morale di fronte al Senato non gli servirà a niente.
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