Regia di Rajko Grlic vedi scheda film
La famiglia “allargata” non conosce confini. La commistione può raggiungere livelli di inattesa audacia, con una trasgressività che, implicando una smisurata disponibilità al perdono, può aspirare ad essere considerata santa. Il caso dei fratelli Nikola e Braco, delle loro mogli Anamarija e Marta, di Latica, amante del primo, e dei loro figli (di padre incerto) è una sfida rivolta non soltanto ai costumi vigenti, ma anche alla morale in senso lato, quella che, mentre vieta certe pratiche promiscue, contemporaneamente pone un limite alla possibilità di riconciliazione tra i colpevoli e la parte lesa. In questa storia succede di tutto, in termini di doppiezza e tradimenti, ma ciò non impedisce l’uscita verso il lieto fine, benevolmente ispirato alla caducità della vita umana, che suggerisce di guardare con la massima indulgenza alle manifestazioni della nostra debolezza. Gli errori commessi dai protagonisti sono gravi ed offensivi, e vengono lucidamente riconosciuti come tali da chi ne ha subito le conseguenze, eppure possono essere dimenticati, al fine di ritrovare l’amore e ristabilire l’armonia. Peccare, in fondo, non è che partecipare attivamente all’imperfezione del mondo, che rende l’esistenza difficile e confusa, impossibile da accettare così com’è. La penuria di sicurezza e felicità ci rende, a volte, indiscriminatamente voraci, inclini a deviare dall’amara strada principale per seguire il richiamo di un più stuzzicante saporino alternativo. Per l’ipocondriaco Nikola, eternamente preoccupato per la sua prostata (e, di riflesso, per la sua vita e la sua potenza sessuale), il libertinaggio coincide con la ricerca di conferme, da collezionare in fretta, prima che il tempo scada. Per Marta, che lascia Braco per gettarsi tra le braccia di un ventenne, riportare indietro le lancette significa recuperare quel futuro che un marito buono a nulla e privo di ambizioni le ha definitivamente rubato. La donna spende cifre iperboliche per permettere a quel giovane di scommettere sulle partite di calcio, ed anche ciò fa parte della sua voglia di sognare, di vedere davanti a sé possibilità allettanti e sconosciute. Le divisioni tra i coniugi nascondono, sotto la superficie di banali tresche adulterine, intrecci che affondano profondamente le radici nella carne, nel patrimonio genetico, in una sostanza vitale che, nel momento in cui viene contesa, lacerata, depredata tra le parti in causa, si trasforma in un legame di sangue supplementare, un motivo in più per sentirsi intimamente uniti. Di mezzo ci possono essere una fecondazione in vitro, una passione di gioventù, una fraterna intesa a condividere istinti riproduttivi e corredi cromosomici, un annoso cumulo di sbagli e sotterfugi: è un insieme espanso di segreti dell’alcova, che disegna i contorni di una tribù in cui l’amore e l’odio, gli amplessi e i litigi, sono frequenti ed intensi, ma sono coperti dal più stretto riserbo. Just Between Us ci parla di ciò che si fa ma non si dice: e che, secondo le leggi naturali, è all’origine di ciò che autenticamente siamo.
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