Regia di Giuseppe Sansonna vedi scheda film
Documentario su e con Zdenek Zeman, allenatore boemo che negli anni '90 sconvolse gli equilibri della serie A italiana portando alla ribalta, con il Foggia del presidente Pasquale Casillo, un calcio spregiudicato, molto fisico e arrembante, nel quale l'attacco era di gran lunga più importante della difesa.
Un personaggio controverso, taciturno e sentenzioso, Zdenek Zeman; un allenatore a cui è sempre piaciuto rimanere nell'ombra e lasciar parlare, piuttosto, il suo calcio: è quantomeno bizzarro trovarlo protagonista di un documentario su di lui, nel quale racconta in prima persona la sua esperienza alla guida del Foggia di Pasquale Casillo, al suo fianco anche nel film, negli anni Novanta. A completare le varie prospettive del racconto compaiono poi qui alcuni giocatori di quella squadra, da Rambaudi a Di Biagio, dal portiere Mancini al bomber Beppe Signori. Il calcio di Zeman era forse una romantica follia, ma era al contempo tutt'altro che spensieratezza; gli allenamenti intensi vengono qui ricordati dai giocatori e la maniacale cura degli schemi è parte integrante di tale racconto. La triste parabola discendente del boemo viene però affrontata solo in maniera rapida e nel finale, con un veloce accenno all'arresto di Casillo per concorso esterno in associazione mafiosa (verrà poi assolto) e all'impossibilità di trovare un altro presidente altrettanto visionario da affidargli un progetto sportivo ambizioso, una volta terminate le esperienze con Lazio e Roma. Impagabili alcune dichiarazioni di Zeman nel corso del documentario, come quella che esprime la sua particolarissima teoria di base sul gioco del calcio: a tutti i calciatori piace fare gol, quindi tanto vale attaccare tutti e fare quanti più gol possibile. Il personaggio è esattamente questo. Poco meno di un'ora di durata; confezione spartana, ma sufficientemente curata; ben disposto l'apporto delle immagini d'archivio. 5,5/10.
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