Céline, undici anni, incontra il quarantenne Peter. Insieme partono per una "fuga luminosa" a bordo del camion rosso di lui. Lei è in fuga da un padre disperato e incestuoso mentre Peter è lontano dalla sua nativa Inghilterra e dal triste ricordo della moglie perduta e della figlia. Nel corso di pochi giorni, Céline sperimenterà per la prima volta la leggerezza, l'allegria e la fiducia della sua età.
Note
Le pagine si affastellano con impeto irrazionale, s’increspano di inserti in bianco e nero, disegni, filmini e altre brusche variazioni di stile, si gonfiano di apparizioni e debordano dai margini, lasciando il lettore/spettatore ora sopraffatto, ora esausto. Convince il legame fra Céline e il suo “rapitore”, che per la difficile comunicazione bilingue finisce per basarsi su piccoli gesti, sguardi e slanci d’affetto: coppia anomala e indigeribile alla società, ricorda alcuni teneri e malconci personaggi del sodale Korine. Ma il film della tardiva esordiente non tiene la strada quanto il camion di Peter, sbanda fra contenuti scabrosi e lirismi forzati, deraglia nel mélo sanguigno e si chiude nel mistero, come un diario privato e intelligibile solo al proprietario.
Per la piccola Céline, di soli undici anni, il mostro è in casa. È il padre Daniel, disoccupato, che abusa regolarmente di lei mentre la moglie è al lavoro. Toccherà, per contro, ad uomo di passaggio, un autotrasportatore inglese incontrato per caso durante una gita scolastica, l’improbabile compito di riscattare, ai suoi occhi, la figura del maschio adulto. Lui e la bambina,… leggi tutto
Un’opera prima resta un’opera prima, anche se a firmarla è una signora di 72 anni, affermata stilista che ha impresso il suo nome su abiti, profumi e boutique e, da 15 anni a questa parte, anche su pellicole di Harmony Korine, Claire Denis, Gaspar Noé, in veste di illuminata produttrice. Degli esordi, quindi, ha tutti i difetti e qualche pregio, Je m’appelle hmmm..., dove l’onomatopea… leggi tutto
La biennale 2013 ci regala questo delicato film che ha l'abilità di parlare dell'innominabile. E lo fa con degli scarti linguistici: al racconto classico si intervallano still frame e filmati b/n di video sorveglianza, nel montaggio tradizionale si inseriscono scarti e ridondanze e a momenti privi della rassicurante voice over si susseguono i pensieri udibili dei personaggi quasi a spezzare… leggi tutto
Un’opera prima resta un’opera prima, anche se a firmarla è una signora di 72 anni, affermata stilista che ha impresso il suo nome su abiti, profumi e boutique e, da 15 anni a questa parte, anche su pellicole di Harmony Korine, Claire Denis, Gaspar Noé, in veste di illuminata produttrice. Degli esordi, quindi, ha tutti i difetti e qualche pregio, Je m’appelle hmmm..., dove l’onomatopea…
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