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Wolf Creek 2 - La preda sei tu

Regia di Greg McLean vedi scheda film

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La recensione su Wolf Creek 2 - La preda sei tu

di ethan
7 stelle

Torna, a distanza di otto anni dal capostipite, il folle Mick Taylor (John Jarratt, inquietante come non mai) che, nell'Outback australiano di 'Wolf Creek 2' - il cui sottotitolo italiano farebbe certamente imbestialire anche il 'nostro' killer seriale xenofobo e non oso pensare a che trattamento sottoporrebbe l'anonimo titolista... - prima dimostra di non gradire una pattuglia della Polizia, che gli affibia (ingiustamente) una multa per eccesso di velocità e poi, non gli sembra vero, trova una coppia di impavidi ragazzi tedeschi 'colpevoli' di passare dalle sue parti: faranno una brutta fine ma la storia svolterà con la comparsa di un ragazzo inglese, coinvolto suo malgrado, con sviluppi imprevedibili! 

Il secondo capitolo del film diretto da Greg McLean non aggiunge nulla a livello di soggetto ma arricchisce un genere a dir il vero assai abusato - l'horror con componenti slasher e torture porn - con sapienti e robuste dosi, oltre che di sangue, che scorre a fiumi, di humour nerissimo che contaminano e alleggeriscono un po' la turpe vicenda.

Un'altra nota di merito sta nel fatto che, tramite la sceneggiatura, l'autore gioca con lo spettatore e le sue attese: difatti, dopo circa un terzo del film, c'è una svolta e quella che sembrava la classica scream queen, Katarina (Shannon Ashlyn, in alcune espressione somigliante alla pattinatrice Carolina Kostner) viene di fatto 'eliminata' e a lei si sostituisce il ben più coriaceo Paul (Ryan Corr), che instaurerà un testa a testa senza esclusione di colpi con il feroce killer, fino alla delirante e splatter versione del quiz 'Chi vuol esser milionario', con in premio, a ogni risposta esatta di cultura australiana, la conservazione degli arti! 

Al regista piace anche il 'gioco' citazionista: si va da 'Duel' e qui il camionista si vede, a 'Shining', con Mick che dice la stessa frase di Jack Torrance quando tenta di sfasciare la stanza dove si rinchiude Wendy: ''Little pigs, little pigs, come out'', che non so se in italiano è andata perduta, come probabilmente le diverse sfumature dell'inglese, parlato di volta in volta dalla coppia tedesca, dallo studente inglese e ovviamente da Mick.

Resta da dire qualcosa a livello di messaggio, in quanto il protagonista potrebbe esser visto come una via di mezzo tra la personificazione della paura del diverso, dello straniero che, se portata all'estremo, genera 'mostri', oppure come l'istinto di preservazione del proprio territorio e delle tradizioni che, una volta viste minacciate, porta a compiere gesti sconsiderati. 

Certo, leggendo anche la didascalia a inizio film che avverte che la vicenda è ispirata a fatti reali, ci si domanda se valga la pena farsi un viaggetto in Australia e, allo stesso tempo, non so se l'ente per il Turismo aussie abbia gradito tale film!

Scena cult: nell'inseguimento nelle lande desolate tra il serial killer in camion e lo studente in macchina si frappone, con effetti crudamente esilaranti, un gruppo di canguri.

Alla larga i deboli di stomaco.

Voto: 7 (v.o.s.). 

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