Regia di Greg McLean vedi scheda film
Il genere horror ha già trovato nel continente australiano, sin dai tempi del giovane Peter Jackson, un epicentro interessante, ideale e foriero di opere piccole ma spesso molto interessanti, a volte addirittura indimenticabili: film che indubbiamente non contribuiscono ad incrementare né a sponsorizzare le già elevate capacità attrattive di un territorio spesso allo stato primordiale e dunque magnifico, posto ai confini del globo, immenso e meraviglioso, ma proprio per questo ancora parzialmente vergine e insidiato da pericoli e minacce a dir poco letali.
Il seguito del primo e terrificante Wolf Creek che terrorizzò la Croisette cannese qualche anno fa alla Quinzaine, ad opera del medesimo talentuoso regista dell’originale, fu presentato nel settembre 2013 alla Mostra di Venezia alle "notti veneziane", proiezione unica a mezzanotte come si conviene ad un horror, che fui costretto a malincuore a disertare per problemi legati al mio inevitabile ritorno in terraferma a tarda notte, condizionato dai soliti problemi logistici/di trasporto presenti in laguna.
E ho la conferma solo ora del fatto che si è trattato di un vero peccato: perché Wolf Creek 2 è un ottimo, efficace e truculento seguito del bellissimo capostipite. Un film che passa in rassegna, macellandoli ovviamente, i suoi papabili protagonisti, prima di soffermarsi, ormai ad oltre 1/3 di storia, su una vittima inglese, un ragazzo in viaggio con la sua jeep che ha la malaugurata idea di fermarsi a soccorrere una delle vittime del micidiale serial killer. Il film ci consente inoltre di venire a conoscenza di molte sfumature (fin troppe a dire il vero, su un personaggio che diviene sin troppo protagonista ed onnipresente in tutta la vicenda, svilendo almeno in parte la sua presenza tenebrosa e sadicamente carismatica) in capo al nostro spietato e folle serial killer, l’allevatore di maiali xeno/omofobo Mick Taylor (che sia fisicamente che umoralmente sembra la efficace ironica caricatura di un nostro noto istrionico politico "padano") che si libera con una destrezza da cacciatore e macellaio provetto, mira infallibile e abilità a maneggiare un coltello che sembra più una sciabola) di tutti i giovani ingenui e incauti che mettono piede nel suo vastissimo ed incontaminato territorio.
Il film, come il suo capostipite, gioca astutamente sui luoghi comuni e le leggende metropolitane legate alle sparizioni di giovani campeggiatori in aree così vaste da risultare praticamente in balia di un folle sceriffo del male e della follia.
Teso, splatter quanto basta, ironico e truculento, il buon sequel del valido Greg McLean avvince, emoziona, tormenta sadicamente lo spettatore a sufficienza per considerarsi un ottimo prodotto di genere, che riesce pure a strizzare l’occhio sarcasticamente agli orrori televisivi dei quiz-show con un “Millionaire” organizzato sul banco di macello e dieci risposte in cambio delle dieci dita di una mano. In tale occasione, almeno in questa, l’osceno e terribile maniaco si dimostrerà, almeno per una volta, di parola: ma tutto ciò non si tradurrà proprio per il meglio in capo allo sfortunato protagonista.
Una menzione al giovane martoriato protagonista di una sfida a due impari e perversa, il "sezionato" Ryan Corr, volto molto espressivo che rende palpabile il terrore, mentre John Jarratt impersona con estrema disinvoltura e un ironico sorriso perverso un personaggio che inevitabilmente lo condizionerà a vita, nel bene e nel male.
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