Regia di Steven Knight vedi scheda film
"Fai un errore, fai un piccolo errore del cazzo e tutto il mondo ti crollerà addosso".
Ivan Locke è riconosciuto dai capi e dagli operai come il più affidabile dei capicantiere, ama il suo lavoro e conosce bene i suoi uomini, in nove anni non ha mai commesso leggerezze. Ora però ha un problema personale e per la prima volta deve suo malgrado assentarsi, proprio alla vigilia di una giornata cruciale in cantiere si toglie gli stivali antinfortunio e imbocca l'autostrada per Londra. Ivan Locke è anche un bravissimo uomo, marito e padre di famiglia, a casa lo aspettano per guardare insieme la partita, ma ora ha un problema personale e per la prima volta, anzichè tornare a casa come tutte le sere, sale in auto e prende l'autostrada per Londra.
E' solo mentre guida e ha meno di 1 ora e mezza di tempo (e di pellicola) per fare quello che la sua mente lucida e razionale gli impone ovvero soffocare l'amarezza e affrontare il problema cercando di essere onesto con tutti. Dire la verità e comportarsi responsabilmente non può che essere la cosa migliore, nella speranza - come è buona regola anche in cantiere - di circoscrivere il problema e limitarne i danni. Intanto chilometri di asfalto gli scorrono sotto le ruote, i cartelli dell'autostrada si avvicendano sopra la sua testa e le luci colorate della sera scivolano via lentamente sui vetri dell'auto.
Sempre fedelmente accanto al suo protagonista, il notevole lavoro di Steve Knight coincide dunque con quegli 85 minuti di strada in cui l'uomo cerca di gestire al telefono le conseguenze di un errore, tentando di mantenersi lucido e calmo con tutte le persone coinvolte, anche se ha la morte nel cuore. Con un esemplare lavoro sui dialoghi che si avvicendano senza un attimo di calo nella tensione drammatica, e un vibrante commento musicale inserito solo nei momenti giusti, nonostante l'ambientazione circoscritta "Locke" è un film di grande respiro, aperto a riflessioni su temi come la responsabilità personale e il senso del dovere, l'etica del lavoro, la reversibilità delle scelte. Forte dell'interpretazione dolente e misurata di Tom Hardy, eccezionale nel sostenere la navigazione in solitaria lungo l'intera pellicola, Ivan Locke si rivela un personaggio come non se ne vedono spesso sullo schermo: profondamente autentico, carico di un'umanità non esibita, uno di quei bravi ragazzi che tutti conosciamo, uno che meriterebbe almeno un bonus da giocare nella vita perchè una leggerezza commessa una sola volta non debba costare così tanto. Il problema è che un'unica macchia spicca su una vita linda molto di più che su una vita già un po' sporca e la differenza tra nessuna macchia e una sola può essere la stessa differenza che c'è tra bene e male.
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Ecco un altro titolo che non potrò vedere in sala (perché non è uscito nella mia provincia), uffa. Peccato, ne hanno parlato benissimo dappertutto, ed ora giunge questa ulteriore conferma. Inoltre, avevo già apprezzato il lavoro precedente del regista ("Redemption", il suo debutto, anche se questo sembra di ben altra caratura), e Tom Hardy è tra i miei attori preferiti. Ci si risente quando - in un modo o nell'altro - l'avrò visto. Ciao.
Io invece devo recuperare Redemption perché è un autore che voglio conoscere e seguire. Volentieri ne parliamo quando avrai modo di vederlo, io sono rimasta molto colpita, era un po' che aspettavo di vedere un film così. Grazie e ciao.
Sei rimasta razionale (nonché perfettamente sintetica) nel parlarne, ma noto lo stesso entusiasmo che è rimasto addosso anche a me. Nel mio caso, anzi, non è proprio entusiasmo: "Locke" è gelido e studiato, un film molto di testa; se lo spettatore ci mette il cuore ed entra in una dimensione soggettiva, però, viene colpito...Ciao!
Ciao Chef, sì è studiato e gelido nel senso che non vuol essere melodrammatico, però non è freddo. Uno dei momenti che mi ha colpito è quando Ivan, quando già si è consumato il disastro ovvero sa di aver perso il lavoro e che la situazione a casa è fuori controllo, pur nell'amarezza ha come un accenno di sorriso perché il suo operaio è riuscito a reclutare i 3 polacchi, nel mezzo del dramma si concentra su un particolare che, per un attimo solo, gli restituisce un po' di calore, è solo un esempio di finezza di scrittura e anche interpretativa che non è molto comune. Grazie e ciao.
È vero, in effetti non avrei pensato al dettaglio che hai scritto. E ti do ragione: proprio l'eccelsa scrittura del film porta (volontariamente) a un certo distacco e da qui il ricorso all'aggettivo "gelido", che comunque non voleva essere portato in causa come difetto. Grazie a te e ciao!
Bel film, certamente, anche se non è riuscito a coinvolgermi del tutto, forse per l' ambientazione, quell'auto nella notte, con la vita di un uomo che viene sconvolta dalle conversazioni di un cellulare. Molto mentale, solo mentale. Non mi convince il finale, pensavo, non so, a qualcosa di diverso, di più "cinematografico" . Ma è solo una sensazione.
Ciao Balde Runner, grazie per il gradito commento. Ci può stare benissimo che non tutti rimangano conquistati, ci mancherebbe, senz'altro non sei il solo, certamente costruire una pellicola su così pochi elementi filmici era una sfida con non pochi rischi. Io credo che il risultato obiettivamente ci sia e che diversi meriti del film siano abbastanza oggettivi, poi tra apprezzare un film e amarlo naturalmente interviene la reazione personale e io non ho difficoltà ad ammettere che Locke è particolarmente nelle mie (difficili) corde. E' molto trattenuto, molto controllato, è vero, anche il finale è assolutamente anticinematografico, ma proprio in questa scelta di grande "pudore" io l'ho sentito autentico. Grazie ancora per il gentile passaggio, un saluto.
Mi pare di capire che l'unità di luogo,azione e tempo (reale: quello che sottolinei tu) lo accosti ad una struttura drammaturgica coerente con un film molto apprezzato (dico in generale) come 'buried', con un sarcofago di metallo sfrecciante in autostrada al posto della tomba 'attrazzeta' in mezzo al deserto irakeno. Vedremo...
Io devo vedere Buried e tu devi vedere - assolutamente - Locke! Ne riparliamo... ciao.
L'ho visto questa sera e concordo con il tuo giudizio. Io mi fermerei forse a quattro stelline per un finale non propriamente esaltante ma ci sta. Locke corrisponde ad un tipo di essere in progressiva via di estinzione. Purtroppo...Forse ci scriverò sopra qualcosa circa un aspetto che emerge dal film e sul quale sto rimuginando da tempo. Un saluto.
Ciao Nico, il finale è abbastanza ambiguo e liberamente interpretabile, io non l'ho letto come un possibile "happy end" e neppure come un lieto inizio, piuttosto come una nuova prova da affrontare e in questo senso non mi è dispiaciuto. Comunque sia è un film che fa pensare e soprattutto immedesimare, cosa avremmo fatto noi al posto di Ivan Locke oppure nei panni di qualcuno dei personaggi sui quali si riflettono le sue decisioni? Se avrai voglia di scriverne io sarò lieta di leggere. Grazie e ciao.
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