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Miss Violence

Regia di Alexandros Avranas vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Miss Violence

di Psychomamma
2 stelle

Vorrei poter parlare solo della bravura tecnica del registra, ma me ne è  passata la voglia.

Ad ogni modo ho ben notato lo studio delle inquadrature sempre strette, raramente si vedono le persone nella loro interezza, sempre schiacciate nei limiti orizzontali dello schermo, controluce o infilate in divani troppo bassi. Ci si vorrebbe allontanare personaggi per dare almeno a loro il conforto di un po' di ossigeno, ma la camera ci incolla a loro con la fastidiosa sensazione di stuprarli anche noi. Quando finalmente ci si allontana c'è una porta che si chiude, lasciando il personaggio solo e noi con la senzazione di averlo abbandonato. Ho notato anche 4 minuti di soggettiva con altri quasi 6 di piano sequenza per un totale di quasi 11 minuti senza stacco. E ho notato mille altre squisitezze tecniche, ma è violenza che mi ha fatto incavolare. E vado a spiegare il perché a questo film non avrei dato neanche una stella.
Le violenza visiva nel film in effetti non è eccessiva, ne' il tema del film è così originale da destare, da solo, orrore. La violenza che io ho subito, e che mi ha fatto molto molto arrabbiare, è stata quella del registra che, a mio parere, non ha avuto nessun rispetto per il suo spettatore.
Mi piace pensare al registra come un professionista che lavora per suo cliente. Qui lo voglio paragonare ad un chirurgo: quanto mi è utile un chirurgo che, pur essendo bravissimo, mi fa un' operazione senza anestesia e muoio di dolore sotto i ferri? Per me quel chirurgo non è un buon medico.
Di film violenti ne ho visti molti. Registi che "je magnano in capoccia"  come il buon Aronofsky con il suo "Requiem for a dream", "Madre!", lo stesso Kubrick con "Arancia Meccanica" o Six con  "The Human Centipede"  propinano la violenza nei loro film mettendo però sempre un filtro (spesso l'aggiunta di atmosfere surreali che creano uno stacco tra film e realtà) tra la loro opera e lo spettatore, proteggendolo amorevolmente. Perché per un regista non è il suo lavoro che deve essere messo in primo piano ne' tantomeno il suo talento. Il regista crea per generare emozioni. Un chirurgo una volta uscito dalla sala operatoria va forse dal paziente a chiedere se l'operazione sia stata perfettamente eseguita? Forse gli chiede "Signor Rossi, sono stato figo" ? No, un buon chirurgo chiede semplicemente "Come sta?" .
Ora non voglio dire che da un film del genere si debba uscire con la beatitudine in viso, ma neanche con la sensazione di essere stati violentati. Violentati ad uso e consumo di un regista che, infatti, privandolo di una sceneggiatura forte e anche con grandi nomi, riesce a fare quel flop vergognoso di "Dark Crimes" .
Il film oltre la rabbia non mi ha lasciato nulla, neanche un briciolo di crescita personale.
L'unica cosa meritevole di essere vista, ossia l'uccisione del nonno, è stata pietosamente e vergognosamente nascosta.
Un'altra cosa che mi ha maggiormente disgustato è che ho letto che la violenza nel film era ricercata dal regista per far capire realisticamente le dinamiche di queste "famiglie". Se il registra si fosse avvicinato anche solo ad un chilometro da un pedofilo si sarebbe reso conto che non usa la violenza, la forza, la prepotenza o la prevaricazione per ottenere quello che vuole: questi soggetti agiscono con il capo chino, lo sguardo basso. Con la gentilezza agiscono tramite i sensi di colpa. Solo quando viene messa in dubbio la loro presunta santità diventano violenti, ma sono solo rari, brevi scatti d'ira. Le vittime non agiscono per paura perché i carnefici sanno che la paura genera rabbia e la rabbia genera la ribellione. Le vittime agiscono solo ed esclusivamente perché manipolate nel loro senso di colpa. Quindi anche questa spiegazione la trovo offensiva nei confronti delle vittime. Se potessi darei un consiglio al regista: quando si parla di violenza con i bambini lo si deve fare con estrema delicatezza. Porto come ad esempio "Léon": ogni volta che Besson si avvicina a Matilda e a tutto quello che la riguarda lo fa in punta di dita.
Ho trovato questo film un film paraculo, senza sentimento, cattivo.

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