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Miss Violence

Regia di Alexandros Avranas vedi scheda film

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La recensione su Miss Violence

di alan smithee
8 stelle

FESTIVAL DI VENEZIA 2013 - VENEZIA 70
Il cinema greco che in questi anni arriva, ufficialmente o meno, dinanzi ai nostri schermi, nei festival più prestigiosi occupando, come in questo caso, le categorie più illustri ed ambite,  e dunque si propone ai nostri occhi onnivori e mai sazi di nuovi stili e sensazioni, ci mostra uno sguardo talentuoso ma turbato di cineasti che evidentemente in qualche modo si sentono influenzati dal grave momento economico e politico che lo stato ellenico sta attraversando. Miss Violence è un film ostico almeno quanto la preziosa filmografia non molto nutrita ma notevole e dallo stile personalissimo di Yorgos Lantimos, a questo punto, volente o nolente, caposcuola di una corrente di cinematografia che si prefigge di analizzare senza compromessi le cause più profonde ed intime, malate e perverse, che accendono la follia e creano tragedie nelle famiglie di una società che si chiude a riccio per difendersi dalle avversità costringendo al sacrificio alcuni dei suoi membri per la maggior gloria del singolo microcosmo. Qui in questa tragedia della follia e dell'avidità, ma pure della perversione e del vizio, tutto ha inizio quando in occasione dell'uldicesimo compleanno di una bella ragazzina bionda, questa sceglie deliberatamente di gettarsi dal balcone trovando inevitabilmente la morte. Le indagini di un paio di incaricati per la tutela dei minori e quelle condotte da una cinepresa che diventa il nostro sguardo privilegiato e critico su intimità malate o almeno deviate fino all'inverosimile, riprende espressioni, volti e  situazioni sempre più al limite permettendoci di capire pian piano le dinamiche di quello che probabilmente quasi ognuno di noi presagiva dall'inizio, senza magari avere il coraggio di confermare anche all'interno dei propri pensieri. Intuizioni che provocano disagio e urtano le più comuni sensibilità suscitando disgusto e sino un applauso liberatorio, spontaneo e certamente inutile quando il film verso la fine prende la sua piega più truce con una giustizia sommaria che suona in ognuno di noi come una liberazione.Un film disturbante certamente, ma con uno stile forte che non si preoccupa di mostrare pudori nel descrivere un orrore che cresce sino ai livelli più crudeli ed abberranti, e che può essere fermato rispondendo con una violenza definitiva e sommaria ad una violenza che è barbarie e degrado da disperazione mista a follia, maniacalità senza controllo e perversione.

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