Regia di Errol Morris vedi scheda film
9 anni dopo aver raccolto le verità di Robert S. McNamara (presidente della Ford, segretario della Difesa sotto Kennedy e Johnson) su buona parte della storia americana del Novecento, Errol Morris incontra Donald Rumsfeld, collaboratore di Nixon, capo gabinetto per Ford, segretario della Difesa per questi e per George W. Bush, al tempo della guerra preventiva in Iraq. The Unknown Known da un lato ricostruisce - con materiale d’archivio, effetti grafici e inserti fiction - la storia dell’uomo e il suo rapporto con la storia degli Stati Uniti, come fosse un documentario divulgativo di puro infotainment, mentre dall’altro sfida l’arte comunicativa di Rumsfeld. Non con l’indagine sottesa alle domande di Morris, ma con il dispositivo cinematografico stretto sul suo volto. Con l’interrotron (paradosso di tele-visione tramite cui l’intervistato entra in contatto con l’intervistatore nonostante si trovi in un altro luogo) che permette al regista di osservare il racconto di sé - qui formulato da Rumsfeld - fuori dall’ingombrante prossemica del vis à vis, come se il soggetto fosse di fronte a una telecamera tv e potesse misurarsi con lo sguardo dello spettatore, modulando la sua storia. Il confronto sembra sancire Rumsfeld vincitore: il suo volto, la sua postura, il suo racconto sono raramente fuori controllo. Ma non è un fallimento, The Unknown Known. Perché guardando Rumsfeld è sempre limpida l’evidenza di trovarsi di fronte a un retorica magistrale, a una verità d’apparenza, a un uomo che sa ridursi e autoassolversi nella propria immagine televisiva.
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