Regia di Gianfranco Rosi vedi scheda film
Film lento, faticoso, non per tutti...al suo interno, qualche perla.
A mio parere, alti e bassi in questa opera. Alti, sicuramente lo sguardo del regista. La capacità di filmare ciò che in altre mani diverrebbe banale, se non addirittura una cagata, e indovinare i tempi, il tempo, il quando cioè, ma anche il come, il dove…Inquadrature che io neanche avrei visto o immaginato, un cortile di una casermone che diventa interessante, con quella ripresa, con quella luce, con le voci indistinte in sottofondo. Insomma, immagini preziose. Poi certo, anche il regista non le avrà azzeccate tutte, si parla di due anni di girato, di mesi di montaggio, però ci siamo capiti. Poi, l’idea vincente è concentrarsi sui dintorni del GRA, che rimane sempre sullo sfondo e raramente protagonista. Anche perché vedere gente in coda sulla tangenziale, beh, sai che mi frega. Però c’è un però. Il film non è per tutti già per i tempi, che sono lentissimi. E’ un documentario che fa pochi sconti, e richiede un’ora e mezza di pazienza e attenzione. Le storie raccontate sono minime, spesso tristi, se non miserabili. I personaggi sono veri, certo; siamo lontani dalle fandonie delle americanate o di tanta fiction. Ma la domanda è: interessa a qualcuno questo cinema? Interessa qualcuno sapere le storie di queste persone? La risposta è, per larga parte, no. Vabbè, ma ha vinto a Venezia, si dirà….come se tra i Festival e ciò che poi va a vedere il pubblico, non ci fossero distanze siderali. Giusto sbagliato che sia, questo è. Un film che vince festival, che fa impazzire i critici….ma poi? Ok, i guadagni non sono la misura della qualità, ma io chiederei di più, cioè, questo approccio, questi film, interessano a qualcuno? Io….un po’ sì, dai, però non è un film facile, è faticoso, io sono per un 6/7, non grido al capolavoro, non lo boccio, ma forse non è un film adatto neanche a me.
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