Regia di David Trueba vedi scheda film
Grande successo in Spagna e ben 6 premi Goya vinti fra cui quello del Miglior Film. Qualcosa non quadra, però. David Trueba è il fratello di Fernando e come lui sembra preoccupato soprattutto di realizzare un prodotto da esportazione, che magari piaccia in America come era piaciuto il suo "Belle epoque" che aveva vinto un generoso Oscar come miglior film straniero. Qui Trueba ci fa fare un tuffo nel passato franchista degli anni Sessanta e nel sogno di libertà rappresentato dalle canzoni dei Beatles, ma finisce per prevalere una nostalgia canaglia piuttosto scontata. La trama e i personaggi si fanno seguire abbastanza piacevolmente, ma sembra di assistere ad un repertorio di situazioni fin troppo collaudate e un po' stantie. Il professore alla "Dead poet's society", la ragazza incinta in fuga, il sedicenne ribelle coi genitori in attesa di essere svezzato, l'on the road che garantisce avventure indimenticabili... ma beato chi trova in tutto questo qualcosa di originale. Tuttavia, il film è diretto con buona padronanza, c'è qualche scena toccante, gli interpreti sono affiatati con un Javier Camara che domina la scena anche se non ripete a mio parere l'exploit del personaggio di Benigno di "Parla con lei". Un film un po' troppo furbetto insomma... non credo meritasse tutti i premi racimolati in patria, ma onore al fiuto commerciale di Trueba. E per concludere: la newcomer Natalia de Molina ha una presenza tutt'altro che indifferente e se la cava con un talento apprezzabile per una giovane attrice.
Voto 6/10
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