Regia di David Trueba vedi scheda film
L’anno è il 1966, la Spagna è assoggettata al regime di Franco, i Beatles sono più famosi di Gesù. Antonio è un prof di mezza età che insegna inglese traducendo le liriche dei Fab Four, Belen è una giovane donna incinta confinata in un convento in attesa del parto, Juanjo è un adolescente che non vuole tagliarsi i capelli. John Lennon, in crisi col gruppo, è nell’Almeria degli spaghetti western per girare Come ho vinto la guerra di Richard Lester: Antonio si mette in viaggio, determinato a incontrarlo e sulla strada raccoglie Belen e Juanjo, autostoppisti fuggitivi. Volano un sacco di schiaffi, in La vita è facile a occhi chiusi: tranne i protagonisti, sembra che nessuno, nella Spagna franchista, sappia esprimersi se non con una manata ben assestata. David Trueba (anche scrittore, nonché fratello di Fernando) affida a piccoli dettagli come questo il messaggio a cui tiene, quello per cui alla violenza e alla paura instillati dalla dittatura si risponde con coraggio, dignità e immaginazione. Purtroppo, seppur esplicitati anche dal titolo (preso dal testo di Strawberry Fields Forever, che Lennon iniziò a scrivere proprio in Almeria), sono riferimenti esili quanto la trama e i personaggi di questo road movie aneddotico e dolceamaro, affogato nella nostalgia per un passato difficile ma dorato. Resta l’intrattenimento gradevole di una commedia che scivola via lieve e malinconica come la colonna sonora di Pat Metheny.
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