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We Are the Best!

Regia di Lukas Moodysson vedi scheda film

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La recensione su We Are the Best!

di Decks
7 stelle

Nella vita di ciascuno c'è un momento fondamentale; una circostanza spesso casuale, un fulmine a ciel sereno che spezza e separa l'infanzia dall'adolescenza: sto parlando dell'inizio dei nostri interessi, delle nostre passioni, a cui per tutta la vita lasceremo un piccolo spazio di tempo ove possiamo coltivarle e, soprattutto, approfondire questo grande attaccamento ed entusiasmo a qualcosa che ci darà sempre appagamento.

Può essere il cinema: quando assieme ai genitori entriamo in una grossa sala odorosa di pop corn e rimaniamo a bocca aperta dinanzi ai prodigi della settima arte; può essere la lettura: quando invece del solito fumetto ci capita per le mani "I Tre Moschettieri" di Dumas o "Amleto" di Shakespeare e non riusciamo più a chiudere il libro finchè non arriviamo in fondo...

Le inclinazioni sono molteplici e nel caso del film di Lukas Moodysson è la musica.

 

Bobo e Klara sono due bambine tredicenni diverse, e fiere di esserlo: odiano il conformismo e non si vergognano a sfoggiare capigliature ribelli o vestiti inusuali. Impossibile non provare simpatia per il loro impegno nel non voler essere parte di una società fatta con lo stampino.

La loro è un'età critica, come lo è l'anno in cui si svolgono gli eventi: il 1982 musicalmente simboleggia il termine della corrente punk; in pochi tengono ancora strenuamente fede a quest'ottica, venendo incompresi ed emarginati.

Per un caso, le due amiche si avvicinano per la prima volta a degli strumenti musicali, ed è da lì che nasce non solo un puro divertimento, ma una sana passione che culminerà in un simpatico concerto finale.

Scordatevi degli sguardi irrealistici e venali del cinema statunitense: Bobo, Klara, e in seguito Hedvig, non sono ragazzine talentuose che riceveranno uno scroscio di applausi e un'appagante carriera, bensì sono stonate e goffe; il loro non è un triste risultato che farà crollare la loro autostima, tutt'altro, la gratificazione di aver potuto suonare davanti a un pubblico, l'essersi divertite tutte insieme in qualcosa di costruttivo sarà per loro importantissimo e indimenticabile. "Siamo le migliori!" Chi se ne importa di quegli altri!

 

Mira Grosin, Mira Barkhammar, Liv LeMoyne

We Are the Best! (2013): Mira Grosin, Mira Barkhammar, Liv LeMoyne

 

L'adozione di un punto di vista adolescenziale con la presenza di una matrice ribelle, non è però l'unico punto di forza di Moodysson: in lui c'è il desiderio di portare sullo schermo tutte le difficoltà dell'essere una giovane ragazzina.

In una scena indimenticabile, Bobo si specchia sul vetro del metrò: essa è testimone di come alcune bambine possano non sentirsi avvenenti e desiderate; percepiamo tutti il problema di vivere in un mondo in cui l'aspetto esteriore conta più di una mente garbata, e Bobo, questa ragazza bruttina, si sente continuamente schiacciata tra la propria immagine riflessa nello specchio e da Klara e la madre che conquistano uomini senza il minimo sforzo.

Nel film di Moodysson, difatti, c'è anche una grande critica al mondo degli adulti: genitori che se non sono sbeffeggiati mentre tentano di rapportarsi con la figlia come un coetaneo, sono rappresentati come degli incompetenti. Nel migliore dei casi non sanno prendersi cura neppure di sè stessi; nel peggiore, cercano di inculcare nella progenie un pesantissimo e invasivo pensiero tradizionalista e perbenista, dove un taglio di capelli più corto è considerato come una violenza fisica.

Ne consegue una naturale perdita di figure di riferimento, risolvibile solo con la ricerca di simil-genitori in una futile boy-band per così costruire la propria personalità.

Cresceranno, ma a loro spese, con vicissitudini sentimentali, litigi e con la presa di coscienza che l'idolatria è sempre un'esagerazione indotta dai giornali.

 

Liv LeMoyne, Mira Grosin, Mira Barkhammar

We Are the Best! (2013): Liv LeMoyne, Mira Grosin, Mira Barkhammar

 

Se il messaggio di Moodysson è concreto e accattivante, lo stesso non si può dire per i tecnicismi della pellicola: le sceneggiature sono scialbe, talvolta povere e, purtroppo, ruffiane nel rappresentare la realtà punk svedese, di cui si rimane un po' esterrefatti (tipo la scena del fast food). In un film in cui l'onestà è il punto fondamentale e il cuore del film, simili stereotipi sono fuori posto.

Anche la regia di Moodysson che nel bellissimo "Fucking Amal" dava quella sensazione di messinscena strappata alla realtà è qui assente: si limita a riprendere con sveltezza e linearità, lasciando da parte lo stile documentaristico, ma allontanandosi da quell'apparente credibilità che caratterizza le sue opere.

Colpa soprattutto della graphic novel da cui è basato il lungometraggio: l'andamento narrativo di "We Are the Best!" rimanda inesorabilmente a quello dei brevi capitoli di un fumetto; viene negata, volutamente, una narrazione ampia ed articolata, preferendo una serie di episodi che fanno perdere molto al film.

 

Tuttavia, le interpretazioni delle tre piccole attrici sono straordinarie data la loro giovane età, merito soprattutto dei costumi che esplicitano meglio delle parole la personalità di queste ragazzine: capelli corti e occhialini da intellettuale moscovita; un golf largo che non possa, nemmeno per errore, mostrare qualche curva; una cresta alta e baldanzosa che mette in risalto una forte personalità e così via.

 

Mira Barkhammar, Mira Grosin, Liv LeMoyne

We Are the Best! (2013): Mira Barkhammar, Mira Grosin, Liv LeMoyne

 

Un film leggero e consigliatissimo, non esente da errori, ma per nulla superficiale grazie a quei piccoli segnali che tanto dicono sulla vita da tredicenne.

I più piccoli lo adoreranno per il suo divertente intrattenimento e sarà molto più istruttivo dell'insussistente mondo favolistico dei talentuosi e perfetti giovani americani.

I più grandi, invece, sorrideranno e oltre a godersi un buon film potranno ascoltare la bellissima colonna sonora e scoprire anche artisti della musica punk svedese rimasti semi-sconosciuti nel nostro stivale: quali Ebba Grön, Staalfaagel e tanti altri.

Lukas Moodysson insieme a pochi altri, come Gus Van Sant è il capofila di quel cinema che si occupa di una delle più complesse fasi della vita dell'essere umano: l'adolescenza.

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