Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
Un potente ministro rimane chiuso nella sua auto blindata nei pressi della casa di un politico democristiano, che coglie l’opportunità di farsi notare. Peccato che la sua dimora sia abitata da personaggi quantomeno stravaganti ed accolga, a sua insaputa, un terrorista di cui s’è invaghita la moglie. Questo caustico apologo satirico sull’Italia post anni di piombo degli anni ottanta craxiani è uno degli ultimi film di Lina Wertmuller ad avere una propria ragione d’esistere. Anzi, ad essere più specifici, questo Scherzo resta una delle sue operazioni più riuscite perché applica la furia della regista alla rappresentazione schizofrenica di quel periodo, prendendosi beffa della politica attraverso l’idea su cui si fonda il film (l’auto blindata che non si riesce ad aprire) e rappresentandolo nelle sue forme più disparate (il terrorismo cialtrone, il servilismo politico, il perbenismo borghese). Forse il discreto esito di questa burla acida è da accreditare soprattutto alla penna del grande Age, ma il mestiere degli attori è di nobile fattura: attorno al triangolo formato da Ugo Tognazzi, Piera Degli Esposti ed Enzo Jannacci, si stagliano gli ottimi Roberto Herlitzka, Gastone Moschin (in una performance muta), Renzo Montagnani, Lia Cei. Musiche scatenate di Paolo Conte.
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