Regia di Pawel Pawlikowski vedi scheda film
Un film che, anche se con qualche pecca narrativa (soprattutto nella prima parte), riesce a trasmettere bene la magia del cinema quando si fa racconto di vite complicate, qui quelle parallele di una zia problematica ma tenace (nel bene e nel male) e una nipote prossima al noviziato come suora (anche se, più che una scelta, sempra un ripiego ad una vita mai veramente vissuta). Cercando di conoscere la vera storia della morte dei genitori ebrei (e di recuperarne i corpi) al tempo stesso emergono tutte le difficoltà e contraddizioni di una scelta di vita difficile, quasi forzata, una strada però già delineata dalla quale sarà difficile deviare. La scelta del bianco e nero, che non sempre si accompagna ad una valida giustificazione, qui assume quasi il carattere primario di tutto il film, come lo era in altre pellicole dove il protagonista stesso era incolore, quasi una maschera anti-emotiva (penso al bellissimo "L'uomo che non c'era"), così come valide sono sia la fotografia che l'accompagnamento musicale. Un film che ha anche il pregio di condensare una storia comunque meritevole di essere narrata, in un tempo non prolisso e trascinato, a dimostrazione che non sempre la lunghezza è sinonimo di efficacia.
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