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Felony

Regia di Matthew Saville vedi scheda film

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La recensione su Felony

di supadany
5 stelle

Anche alle persone contraddistinte dalla massima rettitudine, capita di incappare in una situazione imprevista, di fronte alla quale un tentennamento - determinato da una forma istintiva di autodifesa – rende quasi impossibile, praticamente innaturale, fare la cosa giusta.

Le conseguenze sono direttamente proporzionali alla gravità del fatto, riavvolgere il nastro e fare ammenda può scatenare un effetto domino, creando un’instabilità, personale e condivisa.   

Reduce dai festeggiamenti per un’operazione di polizia portata a termine con successo, il detective Malcolm Toohey (Joel Edgerton) commette un’imperdonabile leggerezza, investendo un ragazzino che finisce in coma, senza ammetterne la responsabilità.

Sul caso sono impegnati il suo amico Carl Summer (Tom Wilkinson) e il nuovo arrivato Jim Melic (Jai Courtney): mentre il primo spinge per archiviare il caso e salvare il collega, il secondo intuisce un coinvolgimento diretto di Toohey ed è pronto a tutto purché giustizia sia fatta.

Nel frattempo, Malcolm è assediato dai sensi di colpa.

 

Jai Courtney, Joel Edgerton

Felony (2013): Jai Courtney, Joel Edgerton

 

Felony è un thriller poliziesco che naviga nel solco delle questioni morali, con un quantitativo contenuto di elementi da squadernare, comunque più che adeguati per creare uno scenario degno d’interesse. Il casus belli, guida in stato d’ebbrezza, pirati della strada e vittime senza colpa, è universalmente sentito, cui si somma l’ambiente prescelto, con uomini di legge solitamente ligi al dovere che, nel momento del bisogno, pensano solo al loro metro quadro, operando un mutuo soccorso, una prassi che – inevitabilmente - provoca irritazione nell’opinione pubblica.

Sfruttando questo combinato disposto, la questione scavalca le consuete barricate erette tra buoni e cattivi, lavorando sulle zone d’ombra e sulle debolezze tipicamente umane, fino a scoprire i nervi, con un gioco a tre che contempla un sostanzioso nucleo di tratti comportamentali, tra procedure e protocolli mutuati in varie forme.

Inoltre, Felony ha il pregio di giocare a carte (quasi sempre) scoperte con lo spettatore, mentre per i protagonisti sono coperte e ogni singola azione comporta degli scossoni, con complicazioni in serie.

Una costruzione che, pur senza inglobare clamorosi colpi di scena da sciorinare, cattura l’attenzione, grazie anche al contributo degli attori. Con il suo personaggio ambiguo e scafato, Tom Wilkinson è chiamato – con successo - a maramaldeggiare, Joel Edgerton - impegnato anche nella stesura della sceneggiatura – rende efficacemente turbamenti e paure, mentre Jai Courtney marcia meglio del solito (in film come Die hard – un buongiorno per morire e Terminator genesys, che dovevano essere trampolini di lancio, deluderà le attese).

Purtroppo, Felony scivola nelle ultime curve, inanellando - dal nulla - una serie di scelte improvvide, pasticciando oltre il limite consentito, fino a culminare in un’ultima sequenza da rispedire al mittente (soprattutto, per come ci arriva), tanto da vanificare tutto il lavoro precedentemente svolto, che non era certo degno di una medaglia al valore, ma disposto con sufficiente criterio e comprensivo degli elementi necessari.

Un autogol imperdonabile, tale da ridimensionare l’intera pellicola, tanto da relegarla nella palude della scarsa rilevanza, che raccoglie già fin troppi titoli.

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