Regia di Ui-seok Jo, Byung-seo Kim vedi scheda film
Cold Eyes è un film sud-coreano del 2013 diretto dal duo Jo Ui Seok (anche sceneggiatore) e Kim Byeong seo, entrambi molto giovani (il primo del 1976, il secondo del 1978).
L'opera in esame è il remake del film hongkonghese Eye in the sky (//www.filmtv.it/film/51316/eye-in-the-sky/recensioni/839005/#rfr:none), del 2007 scritto e diretto da Yau Nai-hoi (storico sceneggiatore della Milkyway Image, casa produttrice del film).
Cold Eyes ha ottenuto un grandissimo successo in patria e non solo, infatti è stato presentato sia al Toronto International Film Festival sia al Far East film Festival di Udine.
Sinossi: la giovane Ha Yoon Joo (Han Hyo Joo) è stata reclutata in un'unità speciale della polizia sud-coreana; il team è guidato dall'esperto Lee (Lee Junho) il cui compito è sorvegliare potenziali criminali per scoprire informazioni finalizzate alla loro cattura.
Cold Eyes è un remake molto fedele all'originale; nonostante ci siano leggere modifiche e alcune sequenze inedite (legate soprattutto al villain) lo sviluppo narrativo è pressochè identico all'originale hongkonghese.
Cold Eyes per messa in scena e regia risulta addiruttura superiore all'originale; per prima cosa ritroviamo un gusto estetico tipicamente sud-coreano, atto a rappresentare la grandezza e bellezza delle loro metropoli, tuttavia la stoccata politica è sempre dietro l'angolo («sono tutti ladri, politici, banchieri,.....,») prerogativa del nuovo cinema sud-coreano (critica alquanto leggera, dal momento che lo scopo primario rimane quello di realizzare un prodotto mainstream).
Inoltre rispetto al film originale troviamo una maggiore ironia e drammaticità, gestita benissimo e mai banale.
La regia è solida, senza sbavature e con alcune soluzioni stilistiche ardite e soprattutto azzeccate, ad esempio:
-Dopo aver aiutato due civili la giovane recluta viene rimproverata duramente per essere intervenuta e durante il confronto con il suo capo i due registi hanno optato per diversi movimenti di macchina molto veloci a 360° che partono dal volto del 1 interlocutore; soluzione stilistica utile per evidenziare ed aumentare la tensione tra i due soggetti.
-Durante le scene d'azione i registi hanno deciso, in alcuni casi, di ricorrere ad uno stile ipercinetico alla Dante Lam (pere rimanete in tema con i collegamenti hongkonghesi) con macchina a spalla per rendere il tutto più realistico e dinamico.
A questo punto sofferciamoci sul cast: tutti bravissimi, soprattutto il villain James (interpretato da Jung Woo-sung); tuttavia reputo le performance degli attori hongkonghesi superiori, per il semplice motivo che non tutti possono permettersi tre pezzi da novanta come Lam Suet, Simon Yam (qui lo troviamo in un cameo finale davvero bello) e soprattutto il grande Tony Leung Ka fai.
Concludendo Cold Eyes è una gran bella sorpresa, e per alcuni aspetti (citati in precedenza) supera l'originale che però ha il merito di aver creato una storia davvero interessante e soprattutto intrigante.
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