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Bad Words

Regia di Jason Bateman vedi scheda film

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La recensione su Bad Words

di supadany
5 stelle

Per il suo esordio da regista, l’attore Jason Bateman, sceglie un soggetto che pur rimanendo sul suo campo prediletto, la commedia, possiede qualche escamotage che lo distanzia dalla consueta routine nella quale siamo abituati a vederlo.

Ciò nonostante, qualitativamente non svetta per quanto qualcosa di originale, e di inaspettatamente riuscito, lo si ritrovi.

Facendosi odiare da tutti, il quarantenne Guy Trilby (Jason Bateman) non rinuncia a partecipare alle gare nazionali di spelling solitamente riservate agli studenti delle scuole medie.

Senza problemi, si qualifica per le finali, portandosi appresso una giornalista (Kathryn Hanh), che lo incalza per scoprire cosa si nasconda dietro questa sua testarda ostinazione, e conoscendo un Chaitanya (Rohan Chand) un ragazzino con il quale stringe un’insolita amicizia.

Con l’avvicinarsi della conclusione del concorso, ecco che il vero obiettivo di Guy viene indirettamente a galla.

 

Jason Bateman

Bad Words (2013): Jason Bateman

 

Quello di Guy, è un ruolo decisamente insolito per Jason Bateman, che ben si presta per dare all’attore una seconda (o terza, quarta, etc.) possibilità da parte di chi non ripone una gran fiducia nelle sue qualità.

Distruttivo e volgare, avanza come un carro armato per la sua strada noncurante del malessere che genere e anzi, è sempre pronto a rispondere per le rime alzando il tiro delle sue offese.

Da qui, prende forma un umorismo scorretto, tra un linguaggio sboccato e azioni che scherniscono il pensiero accomodante, semmai alla sceneggiatura di Andrew Dodge manca un po’ di qualità.

Finita nella black list degli script da recuperare nel 2011, ha punti di vista originali, a partire dall’oggetto del contendere, una gara che diventa surreale con un adulto pronto a tutto pur di vincere, per arrivare al fulcro motivazionale che, insieme al resto, fornisce un quadro di confronto generazionale plurimo effettivamente personale e che trova nel rapporto tra Guy e Chaitanya le sue pagine migliori.

Anche il finale non cerca una riappacificazione totalizzante, pur sistemando qualcosa (ma la scoperta centrale è più sfumata per quanto non gestita benissimo), semmai i difetti si riscontrano in una serie di leggerezze che non rendono altrettanto robusto lo sviluppo, con anche un eccessivo accanimento sul versante della cattiveria che finisce con l’essere un po’ fine a se stessa più che reale marchio di fabbrica in grado di avvalorare l’opera.

Comunque, grazie anche al personaggio, troviamo in scena un Jason Bateman diverso dal solito, complessivamente apprezzabile anche se in un ruolo del genere sarebbe stato curioso di vedere un giovane Bill Murray, mentre Kathryn Hanh ha la prontezza e l’intelligenza per occcupare discretamente uno spazio secondario e la vera rivelazione rimane il giovanissimo Rohan Chand, un volto solare e genuino in contrasto con l’infanzia del suo personaggio maggiormente abitata da ombre che da luci.

In ruoli di contorno, ecco poi due interpreti d’eccezione come Allison Janney e Philip Baker Hall per quanto non abbiano occasioni per spaccare in due la scena.

Per tutto questo, Bad words è un film non del tutto riuscito che lascia più rammarico per una possiblità non del tutto sfruttata che reale divertimento adulto, per quanto, quando vuole, riesce a offrire angoli di sfrontata cattiveria.

Irriverente ma discontinuo (nei risultati più che nelle intenzioni).

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