Regia di Daniele Gaglianone vedi scheda film
In tempi (ormai superati da una feroce regressione gialloblu) di ius soli, di diritto alla cittadinanza LA MIA CLASSE, fino a qualche mese fa, poteva essere una pellicola ancora attuale per la tematica affrontata. Il permesso di soggiorno vincola la libertà di apprendimento della lingua italiana ad un paio di studenti stranieri. Oggi come l’altro ieri non abbiamo fatto dei grandi passi avanti per sanare una situazione oggettiva, da cui è impossibile scappare. Andare fino in fondo all’integrazione, ecco cosa ci manca. LA MIA CLASSE è un abbozzo, un tentativo in minima parte riuscito (e non diamo le colpe al budget ridotto) di guardare una realtà italiana attraverso una classe di L2. Per colmare la mancanza d’idee o meglio del coraggio nel chiudere e approfondire alcuni argomenti emersi nelle scene d’improvvisazione della lezione tenuta dal maestro, si è preferito fare un quasi incomprensibile mix tra documentario e fiction. Una contaminazione inappropriata, acerba e immatura (come il popolo italiano) che non funziona e lascia perplessi, alla luce soprattutto dei tagli (visionabili negli extra del dvd) approntati in alcune scene. L’analisi della canzone di Daniele Silvestri “L’autostrada” è l’apice del racconto, ma è la telefonata a Silvestri stesso fatta dall’umanissimo interprete/maestro Valerio Mastandrea che paradossalmente rivela la vera natura del film e del regista Daniele Gaglianone.
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