Regia di Daniele Gaglianone vedi scheda film
Nel quartiere romano del Pigneto Daniele Gaglianone con la sua troupe sta girando un film su un insegnante (Mastandrea) alle prese con un gruppo di immigrati dalle origini più diverse, tutti lì per imparare la lingua italiana. Tra battute, strafalcioni e momenti di commozione, la realtà irrompe improvvisamente nella finzione: a uno di loro è scaduto il permesso di soggiorno e per lui le riprese non possono continuare. Siamo alla quintessenza della dialettica goffmaniana tra ribalta e retroscena: nel suo film più riuscito, Gaglianone - già regista di Nemmeno il destino, Pietro e Ruggine - intreccia continuamente i due piani, rendendo pressoché indistinguibile la finzione dalla realtà, in una docufiction che riesce a parlare del tema dell'immigrazione con originalità e un occhio puntato a La classe di Cantet. Un commento a parte lo merita l'interpretazione di Valerio Mastandrea, che non solo continua a stupire per le sue scelte così poco convenzionali (si pensi a Good morning Aman, Chi nasce tondo..., Piano 17, Barbara), ma per l'ennesima prova di stupefacente verismo, nella quale mostra inusitate doti improvvisative e umane.
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