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Draft Day

Regia di Ivan Reitman vedi scheda film

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La recensione su Draft Day

di supadany
6 stelle

Draft day rientra pienamente nei parametri che appartengono al folto plotone di film americani ambientati nel mondo dello sport. Tutto calcolato tenendo conto anche della virgola, non tanto a favore della qualità, che viaggia su standard ordinari, quanto nell’ordine della prevedibilità che conduce a un trionfo scritto, comunque piuttosto esaltante.

Poco male, perché Ivan Reitman ha da tanto tempo perso lo smalto dei giorni migliori, mentre Kevin Costner trova una parte che gli permette di evidenziarsi (e gli capita sempre più raramente); per entrambi, è quindi meglio muoversi su un terreno di natura poco franoso.

Mancano poche ore al draft day del football americano, il momento più delicato dell’anno per tutti i manager impegnati, soprattutto per Sonny Weaver jr. (Kevin Costner) dei Cleveland Browns, visto di cattivo occhio dai tifosi.

Sonny avrebbe in pugno la scelta più ambita, per la felicità del proprietario del team (Frank Langella) ma l’allenatore (Denis Leary) è scontento, mentre deve anche affrontare gli attriti con la sua compagna (Jennifer Garner) e nemmeno sua madre (Ellen Burstyn) lo aiuta ad avere la giusta serenità.

Valutando una serie di opportunità, prepara un piano d’azione ad alto rischio.

 

Kevin Costner

Draft Day (2014): Kevin Costner

 

Draft day gioca sul sicuro, stringe la visuale su poche ore di estrema concitazione, tra i meccanismi di un evento mediatico che può determinare un’intera stagione sportiva, tra apparenza e sostanza, e tutta una sequela di pezzi da (ri)collocare nei rapporti del protagonista

Regia e montaggio cercano sempre di vivacizzare il corso degli eventi, con pressioni, trattative e il telefono bollente, ore convulse descritte con un discreto ritmo e un linguaggio ammorbidito per raccontare i diversi punti di vista intorno, con il presidente che vuole i fuochi d’artificio e l’allenatore che punta alla concretezza, strizzando il manager in un tunnel angusto, all’interno del quale (quasi) ogni movimento crea uno scompenso.

Concettualmente, è un film basico, simbolicamente è una tipica favola americana sull’eroe comune chiamato al compimento di un’impresa; niente che possa provocare moti di sorpresa, ma il convulso momento chiave riesce, con mestiere, a generare dei brividi sottocutanei.

Merito indubbiamente di Kevin Costner, un piacere vederlo tormentato e poi cavalcare l’onda di un piano (impossibile, diciamocelo), ma anche il resto del cast offre, in forme minori, un contributo ampiamente sufficiente, con vari nomi di spicco come Frank Langella, impegnato a descrivere presidente borioso, Jennifer Garner, sempre elegante, un diretto Denis Leary e, con spazi ancor più ristretti, Chadwick Boseman (già protagonista nello sportivo 42 - La vera storia di una leggenda americana), la veterana Ellen Burstyn e il gigantesco, fisicamente parlando, Terry Crews.

Sintatticamente, Draft day rimane un film elementare, ma senza grossi difetti, consono al raccontare quel tipo di storia di rivincita e meritorietà, giocata sul filo del rasoio, che agli americani riesce spesso bene, poco male se conosciamo già in partenza quale sorte spetterà ai protagonisti (felici e accontentati, of course).

Onesto e popolare.

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