Regia di Hideaki Anno, Mahiro Maeda, Masayuki, Kazuya Tsurumaki vedi scheda film
Shinji Ikari è un ragazzo solo e triste, caricato del destino del mondo. Costretto dal glaciale padre a pilotare un enorme robot tecnorganico, dotato di una propria animalesca volontà, Shinji ha trovato un’anima gemella in Rei (non a caso: la ragazza è il clone di sua madre), e non vuole altro che proteggerla dai mostri contro cui devono combattere. Poiché Rei è tutto quello che ha, la disperazione all’idea di perderla scatena i poteri del suo robot e con essi l’apocalisse. Ora, in questo terzo capitolo, come esplicita il sottotitolo You Can (Not) Redo., Shinji vorrebbe riportare le cose com’erano. Suo padre e l’androgino Kaworu gliene fanno intravedere la possibilità, ma la saga di Evangelion è un racconto di formazione e Shinji deve imparare che gli errori non si cancellano: ci si deve convivere per cercare un modo di riparare. I combattimenti iperbolici, realizzati con una tecnica d’animazione che fonde il disegno tradizionale alla CGI, riflettono l’esasperazione dei personaggi, ma la regia dà il meglio nei momenti più introspettivi, costruiti su lunghi silenzi, scenari desolati e oggetti abbandonati. Indiscutibile poi la forza visionaria dell’ultimo atto, dove ragazzini feriti partecipano a una fine del mondo dagli echi biblici, paradossalmente accompagnata dall’Inno alla gioia. Sarà una gloriosa rinascita? Lo scopriremo solo nel quarto e ultimo capitolo.
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