Regia di Jessica Sharzer vedi scheda film
Ragazza giovane e problematica, Melinda passa dall'infanzia all'età adulta attraverso le vicissidutidi e gli accadimenti che si susseguono dalla fine delle medie all'inizio del liceo, dove sembra chiudersi in un ostinato ed incomprensibile mutismo. Interrotti i rapporti con le amiche del cuore ed in rotta di collisione con un'istituzione scolastica rigida e autoritaria riuscirà, grazie all'aiuto di un bizzarro professore di disegno e di una comprensivo compagno di scuola ad affrontare e superare un evento traumatico che pare averne condizionato identità e relazioni.Produzione televisiva dal taglio decisamente cinematografico e che adatta il romanzo di Laurie Halse Anderson scritto 10 anni prima , quello di Jessica Sharzer è un dramma adolescenziale che pur soggiacendo alle consolidate regole di scrittura di un cinema impegnato con le beghe ed i conflitti che si sviluppano nel settarismo dell'ambiente scolastico della provincia americana e che pullula dei luoghi comuni della letteratura di genere (la divisione per gruppi sociali, i conflitti intergenerazionali, il bello e cattivo tempo dell'ambiguo pedagogismo a stelle e strisce) sa leggera tra le righe di un disagio che coltiva attraverso l'uso sapiente del flashback e, una volta tanto, anche con quello appropriato di una voce fuori campo che si fa narrazione e diario intimo della fragile e 'interrotta' protagonista femminile. Sebbene introduca e sostenga un tema molto spesso abusato e ancora più spesso risolto attraverso i tasti sensibili e dolenti del melodramma o della commedia sentimentale, il film dell'autrice americana concentra le sue attenzioni piuttosto sulla figura inusitata e taciturna di un'adolescente graziosa e problematica che potrebbe appartenere al gruppo dei vincenti, venendo invece confinata in quello dei 'losers' e che fa emergere, nell'ostinato mutismo di una elaborazione post-traumatica di un lutto (la perdita della verginità e dei sogni adolescenziali), una difficoltà alla comunicazione ed alla relazione che potrebbe essere quello di un qualunque suo coetaneo, non fosse che per i segni tangibili di un disagio che solo una forma di rappresentazione non verbale come l'arte figurativa riesce ad elaborare e trasmettere all'esterno. Film di parole non dette, è forse più intelleggibile sul piano drammatico proprio grazie alla dialettica dei piani temporali e alla scontata simbologia pedagogica e che trova credibilità nella straordinaria interpretazione di una giovane ma già brillante interprete come Kristen Stewart piuttosto che nel disegno prevedibile e un pò incompleto di altri personaggi (l'amica logorroica e approfittatrice, il compagno riflessivo e secchione, il bellimbusto prepotente e violento, il professore sensibile e anticonformista, etc.), accomunadolo per sensibilità e (crudele) autoironia alle simpatiche e romantiche svagatezze di un liceale con i giorni contati che scopre l'amore ('Keith' - 2008 - Todd Kessler). Premiato per la migliore storia al Woodstock Film Festival 2004.
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