Regia di Louis Malle vedi scheda film
Malle rievoca il trauma che ha segnato la sua infanzia, e che aveva osato appena sfiorare in Cognome e nome: Lacombe Lucien (il personaggio del collaborazionista): la cattura di tre ragazzi ebrei e del direttore del collegio che aveva accettato di nasconderli, nel 1944. La trasfigurazione artistica vale come gesto di riparazione postuma, serve ad allentare un senso di colpa (per essere stato un bambino economicamente privilegiato, per avere trattato male uno dei tre appena arrivati, per essere sopravvissuto a loro) opprimente anche a distanza di decenni. Come spesso succede quando un autore si immedesima troppo nella sua opera, il risultato non è pienamente riuscito: le descrizioni sono troppo minuziose, tendono a includere i minimi dettagli, come se si avesse paura di tralasciare qualcosa. Ma la sequenza finale della retata, con la sua trattenuta commozione, è notevole.
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