Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Il vero e proprio esordio cinematografico di Fellini condensa in sè già buona parte degli elementi che caratterizzeranno la sua filmografia: una visione semi-onirica e quasi fiabesca del reale (con l'immancabile travolgente commento musicale di Nino Rota a rendere il tutto più surreale), una certa allegra confusione nel mischiare e rimischiare le carte in tavola (in questo caso la commedia degli equivoci con il marito che cerca di trovare ogni espediente per giustificare davanti ai parenti l'assenza della moglie), qualche trovata puramente comica (tra tutte l'accomagnamento in manicomio per riprendersi la moglie aspirante suicida, con il codazzo del presunto salvatore e del tassista in attesa di essere pagato). Non il più bel Fellini, ma chi come il sottoscritto ne ama la visionarietà e la poesia troverà comunque il film degno di visione, con il merito di regalarci anche un giovane Alberto Sordi in grado di mostrare tutte le grandi capacità istrioniche che lo accompagneranno nella sua lunga carriera (e che, per inciso, dovrà ringraziare l'amico Fellini per la seconda, vincente opportunità che gli diede con "I vitelloni" dopo il parziale insuccesso de "Lo sceicco bianco", forse un film che allora era visto come troppo distante nelle corde di un' Italia ancora immersa nel cinema neorealista.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta