Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Commedia agrodolce, in superficie divertente e sotto sotto piuttosto amara. Ciò che passa in mezzo è l'ironia, che è il registro dell'opera; parallelamente si sviluppa il disincanto, la disillusione che aiuta Wanda a distinguere la realtà dal sogno, dalla proiezione fantastica in cui viveva fino all'incontro con lo Sceicco. E' il lavoro che apre la strada della straordinaria carriera di Fellini, ma per quanto ci si voglia trovare di felliniano, c'è ancora poco di quanto lo caratterizzerà in seguito. Sordi, osteggiato dalla critica, è bravissimo in una parte che presto ripeterà allo sfinimento, cioè quella del seduttore perdente; anche Trieste non sfigura. Particina per la Masina, nei panni di una prostituta che già contiene le idee base per il personaggio di Cabiria. Il finale è uno sguardo con gli occhi bene aperti sulla realtà, sia per Wanda che per Ivan. Rota è una garanzia.
Due sposini arrivano a Roma in viaggio di nozze, con tanto di programmata udienza papale. Lei, Wanda, è appassionata di fotoromanzi e coglie l'occasione per una rapida fuga alla ricerca dello Sceicco bianco, suo idolo. L'uomo, incontrato sul set, si dimostra però molto meno poetico e leggiadro del suo personaggio, prova ad allungare le mani sulla ragazza e viene pure sgridato dalla moglie a cui pare sottomesso. Wanda torna dal maritino contrita e delusa.
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