Regia di Henri Verneuil vedi scheda film
Una gang di scassinatori professionisti (Belmondo, Hossein e Salvatori) ruba una preziosa collezione di smeraldi nella villa del ricco Tasco (De Villallonga). Ma un commissario di polizia implacabile e senza molti scrupoli (Sharif) è sulle loro tracce.
Il romanzo “The Burglar” di David Goodis, già portato sullo schermo nel 1957 da Paul Wendkos, viene trasformato da Henri Verneuil in un film d’azione su misura per Belmondo. Il regista confeziona questa pellicola trascurando quasi interamente l’approfondimento psicologico dei personaggi, prediligendo un tono semiserio e spesso sopra le righe, e sacrificando volutamente la tensione narrativa che potenzialmente una vicenda del genere poteva restituire. Verneuil ha mestiere, ma in fin dei conti, ciò che più lo interessa sembra essere la cornice paesaggistica, splendidamente fotografata da Claude Renoir (il nipote di Jean) e la costruzione di singole sequenze, come il notevole incipit nella villa (senza dialoghi, e che ricorda un po’ la celebre scena del furto in “Rififi”) oppure il lungo inseguimento automobilistico tra Sharif e Belmondo, ancora più elaborato di quello de “Il braccio violento della legge”. Comunque certe trovate registiche, come nel finale l’inquadratura della mano di Sharif che stringe uno smeraldo prima di sprofondare definitivamente nel grano, lasciano il tempo che trovano.
Il più simpatico della compagnia è ovviamente Belmondo, le cui acrobazie effettuate senza l’ausilio di controfigure lasciano ancora oggi a bocca aperta; Omar Sharif è bravo, ma il suo personaggio risulta eccessivamente caricato; Robert Hossein è relegato ad un ruolo secondario, come anche Renato Salvatori (il quale pronuncia poche battute ed esce di scena abbastanza presto). La colonna sonora è firmata da Ennio Morricone, alla sua terza collaborazione con Verneuil.
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