Regia di Carlo Zoratti vedi scheda film
Una coproduzione italo-tedesca, e si capisce poi perché, per questo esordio di Zoratti, videoclipparo, trasformatosi in regista di documentari, almeno per ora. La storia è semplice: il tenero Enea, ragazzo mentalmente ritardato, prova le sue prime pulsioni sessuali, due amici lo aiutano, cercando una soluzione prima in Italia e trovandola, poi, in un centro specializzato in Germania. Zoratti costruisce attorno a Enea, che "buca" maledettamente bene lo schermo, un prodotto piuttosto edulcorato, ripulito, levigato, in cui non ci sono spigoli di sorta, come fosse una favola un po' dolciastra, ma bisogna ammettere che al termine della visione si è più sereni, più felici e si crede un po' di più nella vita, nell'amicizia e nella Germania. C'è il tema sociale, importante, della sessualità per quello che riguarda l'handicap, che da noi è capitolo misterioso, respinto, rimosso, e sicuramente questa è l'idea base di Zoratti: denunciare l'assenza, qui da noi, di istituzioni preposte ad accompagnare questi ragazzi ad avere un contatto intimo con l'altro sesso, cosa alquanto problematica, evidentemente. Il doc, ripeto, fila via liscio e godibile, seppure un po' artefatto da una ricostruzione sicuramente da "fiction", che gli toglie un certo realismo. E' comunque un tentativo importante, una bella storia che meritava di essere raccontata, e Enea è dolce e stralunato il giusto per farci riconsiderare, ogni tanto, l'importanza degli affetti e di chi, bene o male, ci è vicino. Da vedere.
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