Regia di Michael Powell, Emeric Pressburger vedi scheda film
Moira Shearer (Victoria Page ) è una ballerina provvista di grande talento sottoposta ad una rigida disciplina dal direttore di una celebre compagnia di balletto classico Anton Walbrook. Dopo aver raggiunto il culmine del successo con la partecipazione al balletto Scarpette rosse viene convinta dal suo fidanzato Julian Craster (Marius Goring), preoccupato per la sua salute mentale e fisica, ad abbandonare la danza. Ma il demone del balletto la possiede e sarà difficile per lei non esserne sopraffatta.Scarpette rosse e’ quasi sicuramente il più grande musical girato nel Regno Unito, magnificamente fotografato da Jack Cardiff un film che visto oggi non ha perso niente, colori brillanti in un technicolor favoloso, scenografie straordinarie, tratto da una favola gotica dello scrittore Andersen dura 130 minuti che volano, gli attori ci fanno appassionare ai personaggi, perché vengono caratterizzati in modo divino, riproposto nell’edizione restaurata da Martin Scorsese nel 2009 va visto in maniera assoluta, fa parte di quei film che noi amanti del cinema non possiamo non vedere, almeno una volta nella vita. L’etoile interpretata dalla magnifica Moira Shearer recita e balla in modo totalizzante, grande ballerina e notevole attrice che porteremo nel cuore per tutta la nostra vita cinefila , sconvolti dal tragico finale dove prenderà l’unica decisione consona alla morale del film. I temi che vengono toccati sono infiniti, ma il fulcro è il rapporto dell'arte con l'artista e quanto pretende l'arte allo stesso artista e se questa sua devozione va oltre ai suoi rapporti personali. Il tutto costruito e girato in maniera non convenzionale anche se i temi trattati potrebbero definirsi quasi popolari, ma è una scelta dei registi visionari e geniali come pochi. Consigliatissimo a tutti voto 9 Nove.
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un grande classico che fa sempre piacere rivedere,grazie Claudio di averlo ricordato....
Il gusto ed appetito cinefilo si forma attraverso la visione dei classici senza tempo, senza basi non si va da nessuna parte.
"Ammantandolo con i colori smaglianti del melodramma" (Emanuela Martini) Powell e Pressburger hanno realizzato un capolavoro assoluto che il temkpo ha fatto diventare anche uno (straziante) cult movie. Sì l'arte è un qualcosa per cui si può anche morire. Romantico ed espressionista al tempo stesso, è un dramma psicologico che sfocia nella tragedia.
Un film che riesce a far capire in modo esaustivo e totalizzante cosa vuole dire vivere per valorizzare il proprio talento con impegno passione e cuore, non c’è posto per altro nella vita, che deve essere sacrificata per l’arte, terribile, ma con un fondo di verità, le cose a mezzo, i compromessi non vanno bene e nella sua ferocia applicazione e determinazione l’impresario rende al meglio questo basilare concetto, crudele, ma realisticamente vero.
Un po' come me con la scrittura...
Esattamente
L'ho visto e rivisto anni fa, Mi ha coinvolta ma anche turbata
Capisco il tuo turbamento Anna Maria perché questo film coinvolge emotivamente, come una seduta che scava nei meandri della psiche umana, alla ricerca del motivo delle scelte che una volta fatte sono nette.
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