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Scarpette rosse

Regia di Michael Powell, Emeric Pressburger vedi scheda film

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La recensione su Scarpette rosse

di alan smithee
9 stelle

TFF 36 - POWELL & PRESSBURGER

Un clamoroso, manifesto episodio di plagio di un pezzo musicale, inserito a tradimento nella rappresentazione di un balletto a scopo introduttivo da parte di un blasonato musicista, fa sì che le strade del giovane ed ambizioso compositore defraudato, Julian Craster, e quelle del celebre, intransigente produttore e direttore della compagnia, Boris Lermontov, si uniscano per uno scopo collaborativo, avendo intuito quest'ultimo le eccezionali doti del primo.

Quando il produttore poi incontra, a casa di una ricca mecenate dell'arte, una ballerina molto bella di nome Vicky Page, rimanendone folgorato, ecco che tra i tre individui nascerà un sodalizio, dapprima solo artistico, in seguito anche con risvolti passionali, che porterà dapprima a dare gloria ulteriore alla compagnia di Lermontov, per poi degenerare inevitabilmente in un contrasto amoroso tra i due uomini contendenti, entrambi infatuati della talentuosa ragazza.

Troviamo tutti e tre impegnati nel trionfo riscontrato dal nuovo adattamento del balletto "Scarpette rosse", ideato su scenografie avveniristiche e musiche di alta qualità, oltre che su un corpo di ballo eccelso, basandosi la vicenda, sulla omonima fiaba di Hans Christian Anderden. Un trionfo da una parte, che spinge la compagnia ad avventurarsi in una lunga tournée europea, con particolare riguardo alla celeberrima Costa Azzurra, con puntate su Montecarlo e prestigiose zone limitrofe come Villefranche; ma pure l'inizio di un dissidio che spingerà i due giovani amanti a lasciare il cinico produttore, e questi a vendicarsi subdolamente e senza pietà.

Assilli di coscienza, dubbi e incertezze finiscono per devastare i pensieri e la coscienza della ballerina Vicky, trovatasi ad un bivio che le impone di scegliere inevitabilmente se imboccare la strada spianata del successo assicurato, o quella travagliata ma irresistibile del cuore.

Sceglierà la prima, ma poi, sopraffatta dai rimorsi, imboccherà il percorso accidentato dell'autolesionismo, sino alle conseguenze più estreme e drammatiche.

Nel decennio più folgorante della carriera eccezionale del duo Powell/Pressburger, ovvero gli anni '40, Scarpette Rosse appare come la loro opera forse più innovativa ed esaltante: melodramma intenso e sontuoso, scenograficamente mozzafiato (un meritato Premio Oscar, che il film si aggiudicò assieme alla colonna sonora), toccante senza essere mai melenso, ove il colore vivo, incandescente, ammaliante, esaltato della cornice esclusiva, finisce per rapire l'occhio ed il cuore, con effetti piacevoli, se non indimenticabili.

Un musical che trova il tempo di stupire con effetti speciali straordinari ancora oggi, indicativi di come il cinema, pur perdendo inevitabilmente l'immediatezza e l'unicità della rappresentazione teatrale, in sé più opportuna per l'opera ed il balletto, riesce tuttavia, nel suo esistere e filmare, ad immortalare la bellezza definitiva, frutto di prove estenuanti, di tentativi forsennati tra cui viene colto ed assicurato all'eternità quello che più si avvicina alla perfezione assoluta.

Tra gli interpreti, perfetti ognuno nel proprio acutamente sviscerato personaggio, ritroviamo Anton Walbrook nei panni di Lermontov (già visto ed apprezzato in Duello a Berlino cinque anni prima), la ballerina Moira Shearer, che ritornerà a recitare con Powell da matura ne L'occhio che uccide, mentre Julian Craster è impersonato da un altro attore di riferimento del duo P&P, Marius Goring, visto in La spia in nero e in Scala al paradiso.

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