Regia di Brian De Palma vedi scheda film
Il mondo è tuo.
E’ questa la grande illusione degli anni ottanta. Che il mondo potesse essere nostro. E’ tutto quello che ci hanno promesso dai cartelloni pubblicitari, dalla televisione, dal mondo dello spettacolo. Ed è questo il delirio di potenza di Tony Montana. Diventare il padrone del mondo. Non più rimanere a guardare, ma appropriarsi di tutto quello che ci è stato promesso.
Donne, denaro, cocaina.
Macchine veloci e palazzi principeschi.
Nelle mani di Brian de Palma (regista) e Oliver Stone (sceneggiatore) la parabola di Tony Montana diventa quella del consumismo e del capitalismo moderni. Sono le illusioni che spingono l’ uomo verso il potere. Ed è il potere stesso che poi uccide e sottomette l’ uomo.
Gli anni ottanta in questo film modellano il nostro immaginario. Attraverso i colori accesi dei locali, dei vestiti e dei cartelloni pubblicitari, attraverso le musiche da discoteca, attraverso la cocaina che è stata la droga che ha segnato quel periodo. La cocaina che come tutto il resto ti da l’ illusione della grandezza e del dominio. Fino a farti diventare schiavo di questa illusione.
Il grande miraggio del consumismo riguarda il fatto che più possediamo e più crediamo di essere felici. Più sono le cose materiali che abbiamo e più noi siamo realizzati. Ma poi iniziamo a volerne sempre di più e quelle di prima non ci bastano. E diventiamo schiavi di tutto quello che abbiamo intorno.
In questo senso Scarface non è solo un film di gangster ma è anche metafora di un periodo e di un modo di vivere e un’ accusa contro tutto questo.
Tony Montana incarna la volontà di potenza dell’ uomo. Un uomo che però rimane schiavo delle proprie passioni e del proprio smisurato ego. Un uomo che con la stessa capacità con cui è riuscito a creare un impero, lo distrugge. Un uomo che muore da solo, abbandonato da tutti, per sua colpa e per l’ incapacità di non essersi saputo regolare.
Scarface è un film ricco, sanguigno, strabordante. Soffre il film stesso di tutto quello di cui sono malati i suoi personaggi. Ma c’è anche forza e denuncia e De Palma è bravissimo a raccontare storie attraverso la sua macchina da presa.
Il mondo è nostro.
E’ quello che ogni generazione sogna di ottenere. Negli anni settanta si pensava di farlo pacificamente, nel decennio successivo si è pensato di farlo singolarmente fregandosene di ogni moralità e di ogni regola. L’ importante era il denaro e come ottenerlo. Ma come stiamo ormai imparan do anche quella era una strada senza uscita, un ennesimo vicolo buio in cui hanno cercato di incastrarci.
Il mondo è nostro.
Forse solo quando sarà di tutti.
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