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Scarface

Regia di Howard Hawks, Richard Rosson vedi scheda film

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La recensione su Scarface

di passo8mmridotto
7 stelle

Al Capone, la sua famiglia e la sua "banda" non erano personaggi particolarmente graditi agli americani, figurarsi quindi le difficoltà cui andrò incontro il miliardario Howard Hughes quando decise di finanziare il film, sino a quel momento rifiutato da tutti i produttori cui era stato proposto.

Hughes prese l'infausta decisione dopo il successo di "Il pericolo pubblico numero uno" e di "Piccolo Cesare", sottovalutando probabilmente le conseguenze della sua spregiudicatezza soprattutto nei confronti del famigerato Hoffice Hays, in quegli anni particolarmente attento a censurare qualsiasi ben che minima trasgressione al suo Codice.

Propose una sorta di società al regista Howard Hawhs, per meglio coinvolgerlo in quella che si sarebbe rivelata una vera corsa ad ostacoli, assieme a Fred Pasley, giornalista esperto di "mala" del "New York Daily News".

A sua volta, Hawks scelse come sceneggiatore Ben Hecht, il quale pretese per il suo lavoro mille dollari al giorno. La sceneggiatura fu pronta in 11 giorni, Hecht ottenne il compenso pattuito, ma mal gliene incolse, infatti il compenso che Hughes aveva previsto per lui era di ventimila dollari, ma senza un limite di tempo per finire il lavoro.

La sceneggiatura di Hecht era sì incentrata sulla criminalità messa in essere a Chicago dalla famiglia Capone e compagni, ma Hecht e Hawks intendevano realizzare una commedia noir dai risvolti tragici, assimilabile alla storia della dinastia dei Borgia.

Ribattezzato con il nome improbabile di Tony Camonte, Al Capone era sospettato di avere un rapporto incestuoso con la sorella.

Intervenne l'Office Hays, che fece tagliare una scena dove i due si abbracciavano troppo maliziosamente.

Altra mutilazione, una sequenza relativa al panfilo del gangster, sul quale si svolgeva una scena che metteva in evidenza l'opulenza proveniente dalla criminalità.

L'Office pretese che nel film non comparissero riferimenti alla città di Chicago, poichè sarebbe stata marchiata come città violenta, essendo previsti nella sceneggiatura 15 omicidi.

Il massacro da parte dell'Office Hays sembrava non avere fine, mentre si accumulavano ritardi su ritardi nell'uscita del film.

L'Office si incapponì anche sul titolo, "Scarface" non andava bene, e dopo le consuete sfuriate di Hughes, l'accordo fu raggiunto: escluso "The menace", suggerito dall' Office, si passò al definitivo "Lo sfregiato:la vergogna di una nazione".

Poi fu la volta del finale. Nell'originale, Camonte viene ucciso dai poliziotti, mentre in alcuni Stati dell'Unione il bandito viene processato. Per precauzione, Richard Rossen, assistente di Hawks, aveva girato un terzo finale, dove un gruppo di cittadini si univa per dare la caccia al bandito.

Ma le tribolazioni non erano finite: il film fu proiettato per la prima volta il 20 maggio 1932, al Cinema Rialto di New York. Molti critici rinunciarono, per andare a vederlo - con il primo finale - al Newark, al di là dell'Hudson.

A Chicago fu proiettato dopo un anno, mentre in Italia e in Germania, rispettivamente fascista e nazista, ne fu vietato l'ingresso.

Tutte queste infelici congiunture, rallentarono gli incassi, per cui la produzione stentò a recuperare i 712.000 dollari relativi ai costi di lavorazione.

Eppure, il film aveva una sua specifica caratura, con interpreti di tutto rispetto, a partire da Paul Muni, attore di teatro, ebreo di origine austriaca, nei panni di Tony Camonte. La sorella Cesca è Ann Dvorak, George Raft è Guido Rinaldo, Vince Barnett è Angelo, C. Henry Gordon è l'ispettore Guarino.

Gaffney è interpretato da Boris Karloff, Poppy e Johnny Lovo rispettivamente da Karen Morley e Osgood Perkins.

"Scarface" resiste comunque tra i film che meglio rappresentano il mondo del crimine: si dice che lo stesso Al Capone, visionando alcune scene durante la lavorazione, ne fosse rimasto entusiasta.

 

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