Regia di Howard Hawks, Richard Rosson vedi scheda film
La fisicita' e i gesti di Chazz Palminteri in "Bronx",l'esuberanza e la sbruffonaggine di Joe Pesci e Al Pacino in "Quei bravi ragazzi" e "Scarface" (1983) aggiungiamoci anche l'umana fragilita' di un Ray Liotta alias Henry Hill e il gioco è fatto.Quale gioco vi chiederete voi?,la mia lista di componenti umane relativa ai gangster perseveranti la celluloide ha un suo perchè,il Tony Camonte di Hawks è l'antesignano piu' puro di questi burattini del crimine,nella sua imponente e "taumaturgica" presenza,il seme del "gangster movie" è stato piantato qui,in questo affascinante e rigoroso ritratto dell'America proibizionista.Le didascalie iniziali condannano "la mafia" in quanto tale,destituendola dall'orrendo gioco di potere coinvolgente ogni anello societario.Hawks consegna agli annali la parabola di un gangster vincente all'esterno ma perdente all'interno,in un nudo e sontuoso film di breve durata ma potentissimo nell'intento demagogico."Scarface" mostra il "mestiere" di Hawks,quello da cinema di una volta,formale e semplice,di una societa' che si avviava verso lo sfascio.Attraverso una "pieces" del crimine ci viene mostrata l'America post new deal,in pieno Volstead-act c'è un personaggio in ascesa: Tony Camonte,italoamericano sbruffone e ambizioso,sgherro di un boss dell'East coast.Camonte vuole salire sulla vetta del potere e non esitera' ad uccidere e sbarazzarsi di nemici e oppositori."The world is yours" è la scritta che campeggia un cartellone pubblicitario,Camonte si "appropria" della filosofia della scritta,andando oltre la semplice percezione del reale,in uno spicchio di mondo avvelenato dal dogma malavitoso.Roso dalla gelosia morbosa per la sorella e facendo piazza pulita intorno a se Camonte si avvia ad un tragico destino...La prima parabola sul potere inverso regna qui,nel padre di ogni "gangster movie",dalla regia tagliente, di una sontuosita' antica,quella di una Hollywood agli albori dove comanda una cinepresa magari obsoleta,ma fortissima nell'arrivare al centro della storia.Il cinema di allora entrava in scena cosi',in narrazioni pure,di un vigore ancora privo degli schemi precostituiti che vediamo nei film odierni.Lo "Scarface" di Hawks è un personaggio maledetto,al quale ne seguiranno altri,uomini fantoccio che votano l'esistenza al Dio del grilletto.Tutto è parvenza di un mondo in crisi sembra dire Hawks,affidando la sua poetica dura e senza sconti al fisico di Paul Muni,attore che incarna la vis e i gesti di tutti i "Bravi ragazzi" che seguiranno dopo,un interpretazione fisica e gestuale a cui è improntata la prepotenza di un Al Capone qualunque,personaggio sinistro a cui è ispirato il film.Per chi ama il cinema o il genere "gangster" lo "Scarface" di Hawks è una tappa obbligata,come un fermarsi a guardare un santuario in rovina,ma bello nella sua ieraticita', fissa nel tempo arcaico del cinema che fu.Gli spari,gli inseguimenti e il favoloso finale hanno fatto scuola,ripresi nel 1983 da De Palma in un film piu' lisergico e ridondante,notevole e potente,ma senza il vigore spontaneo del vecchio "Scarface di Hawks".......
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