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Heatstroke

Regia di Evelyn Purcell vedi scheda film

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La recensione su Heatstroke

di mck
5 stelle

Iena: ridens. Spettatore: un po' meno.

 

 

Un film “sulla” Crocuta crocuta (iena maculata/ridens)? Eccomi!

Che poi si riveli essere una mezza ciofeca (un po’ meglio di “SharkNado, un film sugli squali e i tornado” e un po’ peggio di “Eight Legged Freaks, un film sui ragni”), era in conto sin dalla prima scintilla avuta dalla regista Evelyn Maude Purcell di voler adattare con Anne Brooksbank il romanzo “Leave No Trace” di Hannah Nyala West, col risultato di licenziare un’opera che alterna momenti insostenibilmente imbarazzanti ad altri più digeribili (siamo in zona "Long Weekend" di Jamie Blanks e "BackCountry" di Adam MacDonald, e ci si deve scordare qualsiasi parvenza d'assonanza col "WalkAbout" di Nicholas Roeg, giusto per dire).

 


Lo scontro/incontro fra i personaggi di matrigna (operatrice umanitaria) e figliastra, rispettivamente interpretati da Svetlana Metkina ("Bobby", prodotto dal marito Michel Litvak) e Maisie Williams, è ovviamente la parte più interessante (e vede la seconda interprete, più giovane, prevalere, grazie alle naturali doti attoriali di cui dispone, sulla seconda, che comunque, pur non essendo né Olga KurylenkoMargarita Levieva, ce la mette tutta) e costitutiva [assieme a quella speculare tra padre, etologo naturalista (Stephen Dorff, che recita col pilota automatico, vale a dire con sufficienza, così come Peter Stormare, il capo dei malvagi trafficanti d’armi di professione e cacciatori di frodo per diletto, con un po’ di presenza scenica in più) e figlia, alla gestione delle dinamiche interne fra gli antagonisti e alla meccanica che si viene a creare quando i buoni e i cattivi entrano in conflitto] del film, ma altrettanto indiscutibilmente non basta a rendere questo lavoro memorabile, nel senso più pacato del termine.

 

 

Chiudono il cast tre i bad guy – Warrick Grier (il migliore del terzetto), Calvin Hayward e Andrew Roux (buone prove, le loro, ma con accenni di stereotipizzazione più marcata) – e la madre (Jeanne Neilson).

 


Fotografia di Ben Nott, in certi frangenti molto valida [peccato che sui server di Amazon Prime Video Italia sia caricata - e la cosa purtroppo è significativamente percettibile, secondo me anche da occhi inesperti - una versione croppata che ne penalizza la resa, avente un rapporto d’aspetto del formato di 1.77:1 (16:9) invece dell’originale, pur se inusuale, 2:24:1, che in altre versioni è “stirato” sino a raggiungere il 2.35:1, o, beh, viceversa].

 

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Montaggio di Ronelle Loots. Musiche di Paul Haslinger. Co-produzione principalmente sudafricana, interamente girata in loco, anche se alcune location sono mal utilizzate (non dico che sembra girato allo zoosafari di Fasano, ma insomma...).

 


Iena: ridens. Spettatore: un po’ meno.

 


* * (¼) ½ – (5-)       

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