Regia di Andrea Segre vedi scheda film
Seconda opera di finzione per il documentarista Andrea Segre, definizione che, a questo punto, gli va piuttosto stretta. Dopo vari esperimenti, molto buoni, con il documentario, il regista veneto arriva, nel 2011, all'esordio cinematografico vero e proprio con lo splendido "Io sono Li", un'opera fulminante, di grande bellezza e suggestione. Aspettavo con trepidazione di vedere questo suo nuovo lavoro e devo dire che non sono rimasto affatto deluso. "La Prima Neve" sposta lo sguardo dalla laguna veneta di "Io sono Li" alle montagne dell'Alto Adige e parla ancora, tratto caratteristico del cinema di Segre, d'immigrazione, rapporti umani e solitudini. E' un film indubbiamente meno riuscito del precedente, ma Andrea non ha perso affatto quella capacità di trattare la realtà, il paesaggio, i personaggi, senza levigare troppo la materia, lasciando tutti gli spigoli, le imperfezioni, i battiti del cuore, al loro posto: un cinema naturale, vero, che ha riscontro, per esempio, con quello di un altro nuovo grande regista italiano come Giorgio Diritti. Qui non c'è la televisione con il suo tocco mortale, qui non c'è quell'Italia mediocre e posticcia che continuano a farci vedere e ad esaltare in filmetti terrificanti, qui c'è un bel tentativo di cinema, molto riuscito, che valorizzando il territorio, magnifico, prova a raccontare una speranza, fra grandi drammi umani, un'infanzia finalmente diversa e autentica e un uso della lingua, del dialetto che, evviva, non serve a far macchietta. Bravo, ancora una volta. Rimane la disperazione per la quasi totale invisibilità, sia in sala che in televisione, per questo splendido esempio di cinema italiano. Anche da noi si fa del bel cinema, basta saperlo cercare. L'ho già detto e lo ripeto: Andrea Segre è il nuovo Mazzacurati e se gli si darà la possibilità, crescerà ancora e molto.
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