Regia di Andrea Segre vedi scheda film
Con La prima neve Andrea Segre prosegue l’idea di un cinema umanista, radicato in una provincia italiana quieta e dimenticata. Dopo Chioggia in Io sono Li, il suo sguardo da documentarista si posa sull’alta montagna del Trentino, a Pergine Valsugana, dove nei boschi giallastri di un autunno che sta per diventare inverno cresce il legame tra un ragazzino e un immigrato del Togo, arrivato in Italia attraverso l’inferno della Libia. Entrambi, Michele e Dani, sono segnati dal dolore e dalla perdita: il primo orfano di padre, il secondo distrutto dalla morte della moglie durante il viaggio e dall’incapacità di occuparsi della figlia neonata. Segre ha la capacità e il coraggio di raccontare storie, di filmare spazi geografici da trasformare in luoghi ideali; il suo cinema drammatico è lacrimevole, quasi pedante, eppure è sensibile, toccante, guarda al mélo ma senza concitazione, con i personaggi principali e di contorno (la madre di Michele, fragile e premurosa, lo zio rassegnato, il nonno apicoltore stanco e comprensivo) che si ritagliano il loro spazio per crescere come figure autentiche. La prima neve si affida al tempo, al mutare della luce del giorno e delle stagioni: e in un paesaggio immenso, che osserva placido e gentile il dramma degli uomini, fa in modo che la tragedia si stemperi, che la vita prevalga sulla morte, e che la neve possa cadere copiosa non per seppellire il passato, ma per purificarlo.
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