Regia di Daniel Espinosa vedi scheda film
Concince ben poco questa ricostruzione piuttosto romanzata dei delitti del cosiddetto mostro di Rostov, trasposta in una livida Unione Sovietica in pieno stalinismo, in un film che sembra non voler prendere una strada ben precisa tra poliziesco, thriller e racconto storico. Tutto viene infatti mescolato come in un minestrone in perenne ebollizione, pieno di mille ingredienti ma sostanzialmente insipido, a cui l'unica arma di salvezza sembra il ricorso ridondante a violenza e sopraffazione. Si finisce così quasi per essere anestetizzati, perdendo per strada gli elementi cardine della trama, che ritornano a sprazzi nel finale anche se in una maniera confusa ed eccessivamente meoldrammatica. Unica nota positiva la fotografia che restituisce tutta la cupezza del periodo, amplificandola come in una sorta di notte perenne (poche e centellinate le scene girate in pieno giorno, e quasi sempre dai risvolti tragici).
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