Regia di Daniel Espinosa vedi scheda film
Fra il 1978 e il 1990 in varie località della Russia e dell'Ucraina furono trovate decine di cadaveri, alcuni di prostitute, per la maggior parte di bambini e adolescenti, apparentemente annegati a forza, nudi, straziati a colpi di bisturi e privati di alcuni organi interni. Molti erano orfani o scappati di casa, e di questo approfittarono poliziotti di provincia inesperti e terrorizzati per attribuirne falsamente la morte a incidenti, cadute o investimenti di treni. Per gli altri furono accusati, e spesso condannati, di volta in volta malati di mente, vagabondi, alcolizzati, omosessuali. Andrej Cikatilo (nato nel 1936) era un maestro di scuola molestatore; fu allontanato e più volte trasferito da parte di presidi pavidi, che non volevano prendersi la responsabilità di denunciare alle autorità reati così "scomodi". Un giorno iniziò ad uccidere.
In Urssi crimini come quelli commessi da Cikatilo erano censurati e reputati come "comuni solo nelle edonistiche nazioni capitaliste". Probabilmente per questa ragione nessuno volle mai ammettere una relazione tra i delitti, avvenuti oltretutto a molte decine di chilometri l'uno dall'altro. Nel 1984 mise mano alle indagini un caparbio poliziotto di Mosca, a cui furono messe per anni i bastoni fra le ruote dalla nomenklatura, incapace di ammettere che sì, anche nel paradiso del proletariato potevano avvenire simili atrocità. Solo con l'avvento della Perestroika, molti anni e molti altri morti dopo (56 quelli attribuiti con certezza), col lavoro di 300 agenti a tempo pieno si riuscì ad arrestare quello che sarà soprannominato il Mostro di Rostov.
A questo a dir poco raccapricciante personaggio sono stati dedicati due film: nel 1995 il tv-movie Hbo CITTADINO X, con un eccellente Stephen Rea, Donald Sutherland e Max von Sydow protagonisti di una ricostruzione dell'indagine asciutta, storicamente fedele e priva di morbosità. E nel 2005 il più oscuro e ossessivo EVILENKO di David Grieco, con inquietanti musiche di Angelo Badalamenti, Marton Csokas e Ronald Pickup investigatori e un terrificante Malcom McDowell, al cui confronto Hannibal Lecter sembra un orsacchiotto.
Nel 2008 l'inglese Tom Rob Smith pubblica il romanzo CHILD 44, primo di una trilogia di grande successo con protagonista Leo Demidov, ufficiale della polizia russa incaricato di risolvere omicidi, lavoro che fa anche a costo di andare contro le regole del partito. Pur ambientato nella Russia staliniana del 1953 e con qualche infiocchettatura, racconta pari pari la storia dei delitti di Cikatilo. Ridley Scott si impegna a produrre il film e ne affida la regia allo svedese Daniel Espinosa, già autore del buon thriller claustrofobico SAFE HOUSE. La sceneggiatura è in buone mani: Richard Price ha scritto fra gli altri IL COLORE DEI SOLDI, SEDUZIONE PERICOLOSA, CLOCKERS e diverse puntate di THE WIRE e NYC22. Eppure quello che ne esce è un'indigeribile sbobba.
Non ho letto il romanzo, perciò non sono in grado di assegnare le "colpe". Almeno la metà dei 136, interminabili minuti, è dedicata a raccontare quanto fosse cattivo, anzi, sadicamente perverso, chiunque indossasse una divisa ai tempi di Stalin - facendo però una gran confusione fra esercito, MGB (polizia segreta) e milizia (gendarmeria). Sappiamo che erano tempi durissimi, che arresti arbitrari, torture e deportazioni erano la norma; ma certi eccessi sfiorano il ridicolo. Così come poco realistico ho trovato l'indulgere così tanto sulle lotte intestine fra ufficiali, che sembra passassero la maggior parte del tempo a cospirare e a denunciarsi a vicenda di tradimento per fare carriera e conquistare privilegi. Ci vogliono non meno di 45 minuti di ambientazione generale perché finalmente succeda qualcosa di rilevante che abbia a che fare col titolo - il 44° bambino trovato ucciso è il figlio di un collega di Demidov - ma il racconto è parecchio confuso, con brevi quanto inutili flashback a peggiorare la situazione. Il nucleo della ricerca del serial killer è comunque secondario ad una continua rappresentazione demonizzante della Russia staliniana, come se ce ne fosse bisogno. E il finale = SPOILER = con Leo che decide di adottare le figlie orfane di una delle sue prime vittime è addirittura ridicolo.
Il protagonista Tom Hardy più che recitare urla, minaccia e insulta, e mette a frutto l'esperienza acquisita durante il training per BRONSON, IL RITORNO DEL CAVALIERE OSCURO e WARRIOR distribuendo botte da orbi a destra e a manca. Nella parte della moglie terrorizzata del protagonista troviamo Noomi Rapace: inespressiva ai limiti della paresi facciale, in un paio di scene deve aver ricordato di essere stata Lisbeth Salander (nella serie tv MILLENNIUM) dimostrando un'attitudine alle arti marziali del tutto incoerente col suo ruolo di timida maestrina.
In compenso il feroce serial killer Paddy Considine è uno sbiadito e imbelle travet che compare forse in tre brevissime scene. Aderente al suo ruolo di poliziotto arrivista e psicopatico (ai limiti dell'umorismo involontario) è il glaciale, bellissimo svedese Joel Kinnaman. E' stato protagonista del pessimo remake di ROBOCOP e dell'altrettanto pessimo RUN ALL NIGHT (con Liam Neeson, attualmente - 5/2015 - nelle sale), ma mi dicono sia ottimo nella serie tv THE KILLING - vedremo in futuro.
Sappiamo quanto può essere maniacale Ridley Scott quando si tratta di scene e costumi (memorabile l'arredamento di un appartamento in CHI PROTEGGE IL TESTIMONE, che nel 1987 venne da solo a costare oltre 1 milione di dollari). Qui credo che una grossa fetta del budget di 50 milioni di dollari sia andato proprio nella fedelissima ricostruzione della Russia staliniana, puntigliosamente ricreata fra Praga e piccoli paesi nelle foreste della Moravia. Grande spreco di denaro è stato anche ingaggiare attori non certo economici come Vincent Cassel e Gary Oldman, presenti in 3 o 4 scene, e Jason Clarke, in una sola. Ruoli significativi ai fini della trama, che però chiunque avrebbe potuto interpretare.
Ho dato un'occhiata agli incassi Usa: dopo 3 settimane sono stati superati a malapena i 3 milioni di dollari. Non devo essere stata l'unica a cui questo film non è piaciuto, il tam-tam negativo ha funzionato.
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