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Child 44 - Il bambino numero 44

Regia di Daniel Espinosa vedi scheda film

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La recensione su Child 44 - Il bambino numero 44

di FilmTv Rivista
2 stelle

Decenni a criticare quel tradimento chiamato  doppiaggio e finire col rimpiangerlo per due abbondanti ore in un’afosa serata di aprile. Quella in cui viene presentato alla stampa Child 44 - Il bambino 44 (avvincente thriller in costume tratto dal bestseller, caso letterario e altre formule promozionali mortifere), in versione originale, dove un cast internazionale, composto di attori britannici, americani e francesi (ma con regista svedese) si adegua all’ambientazione nella monolitica Unione Sovietica post Seconda guerra mondiale - tutta paranoia, interrogatori e intransigenza comunista - sfoggiando un inglese dall’invadente cadenza russa. Child 44 è anche il film che verrà ricordato per la sua capacità di far rimpiangere Evilenko di David Grieco. Si muove su tematiche analoghe: alla caccia a un serial killer russo piegato dall’atroce “educazione nazista” e diventato torturatore di bambini, aggiunge più azione (confusionaria al limite dell’incomprensibile) e un impianto da melodramma storico, calligrafico e ricattatorio, dove i temi della coscienza e delle brutture dello stalinismo sono strillati con maldestra enfasi. Tra le pieghe dello script, occasionalmente, il film sembra provare a dire qualcosa di meno banale sui risultati psicologici della paura come sentimento totalizzante, sulla brutalità della polizia segreta MGB e sul lato oscuro del potere, ma annega nella retorica. Trascinandosi verso un finale di speranza che ha tutto il sapore della farsa.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 17 del 2015

Autore: Adriano Aiello

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