Regia di Tim Burton vedi scheda film
1958: Margaret Keane lascia il marito e si trasferisce a San Francisco, dove cerca di guadagnarsi da vivere vendendo i suoi quadri (esclusivamente a soggetto infantile); si sposa con un altro pittore dilettante, ha un inaspettato successo, ma il marito (che ha un talento naturale per le pubbliche relazioni) spaccia i quadri per suoi. Il caso giudiziario è vero, ma la storia (una contorta vicenda di emancipazione femminile) è un po’ esile. Un film anomalo per Burton, senza freaks dal cuore tenero: non sembra neanche un film suo, e sospetto che sarebbe riuscito meglio diretto da un regista diverso. Un altro problema è Christoph Waltz fuori misura: può andar bene all’inizio, quando fa l’amabile cialtrone, ma perde via via credibilità quando diventa apertamente psicopatico e quando trasforma il tribunale in un teatrino; colpa anche del giudice, che ci impiega fin troppo tempo a capire che l’unica soluzione è mettere i due contendenti alla prova: un bambino ci sarebbe arrivato subito.
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