Regia di Tim Burton vedi scheda film
Un film riuscito a metà da parte di un Burton che sembra aver smarrito la forma migliore. Il regista di Burbank stavolta si appassiona alla storia vera di una pittrice di ritratti di bambini dagli occhi enormi, che ricordano piuttosto scopertamente i vari freak dell'universo burtoniano, ma la cui arte fu plagiata dal marito, volgare truffatore che fece passare per propri i quadri della moglie su un arco di diversi anni. La povera Margaret Keane era senz'altro succube di un marito tirannico, ma forse fu un tantino ingenua nel consentirgli di montare questa colossale balla per un tempo così lungo... Il film, pur narrato dalla voce fuori-campo di un giornalista, sposa completamente il punto di vista di Margaret e ce ne dà un ritratto abbastanza credibile a cui contribuisce l'interpretazione di Amy Adams, attrice sempre luminosa in contesti molto differenti tra loro (fin'ora la sua migliore prova resta quella in "The master" di Paul T. Anderson). Meno bene è andata col personaggio di Walter, un cattivo di maniera fin dal suo ingresso in scena, che a un certo punto si trasforma in una specie di Jack Torrance senza ascia ma con fiammiferi incendiari da gettare attraverso la fessura della porta, e Christoph Waltz spreca il suo notevole talento gigioneggiando senza freni. E anche le scene finali in tribunale, svolte come una specie di farsa grottesca, mi hanno convinto decisamente poco. Resta la consueta perizia figurativa esaltata dalla fotografia di Bruno Delbonnel con azzeccati riferimenti alla pop-art, restano tanti piccoli tocchi che ci riportano la mano registica di Tim, ma nel complesso "Big eyes" finisce nel novero dei suoi film minori.
Voto 6/10
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