Trama
La storia dei coniugi Margaret (Amy Adams) e Walter Keane (Christoph Watz), divenuti entrambi famosi negli anni Cinquanta del Novecento per i loro ritratti kitsch di trovatelli caratterizzati da occhi sproporzionatamente grandi. Mentre Walter appariva in pubblico per godersi il successo, la più dotata Margaret rimaneva nell'ombra. In seguito, però, con l'arrivo del divorzio, i due aprirono un contenzioso per stabilire la paternità delle loro opere: Walter reclamò per sé tutta la gloria, sostenendo di aver svolto sostanzialmente da solo il lavoro, ma Margaret lo accusò di mentire dichiarandosi lei l'unica e vera artefice dei ritratti. Tuttavia, nel momento di dimostrare quanto sosteneva in tribunale realizzando un ritratto di fronte a dei testimoni, Walter addusse come scusante per non riuscirvi un dolore al braccio che lo portò a perdere la reputazione.
Approfondimento
BIG EYES: LA VERA STORIA DEI DIPINTI DEI CONIUGI KEANE
Diretto da Tim Burton e sceneggiato da Scott Alexander e Larry Karaszewski, Big Eyes racconta la vera storia di una delle più scandalose frodi a cui il mondo dell'arte ha assistito. Tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta il pittore Walter Keane raggiunse un successo senza precedenti, rivoluzionando, nonostante la critica non lo amasse, la commercializzazione dell'arte popolare con i suoi enigmatici dipinti di bambini tristi con giganteschi occhi. La verità su chi aveva in effetti realizzato tali opere si sarebbe scoperta solo qualche anno dopo: le opere di Walter non erano state dipinte da lui, come credevano tutti, ma dalla moglie Margaret. A quanto pare, i Keane avevano a lungo condiviso la bugia e vissuto nella finzione fino a quando tra i due qualcosa si è incrinato e ha portato alla scoperta del loro imbroglio artistico.
Big Eyes si focalizza sulla loro vicenda concentrando l'attenzione sulla presa di consapevolezza di Margaret come artista, sul fenomenale successo dei suoi dipinti e sul tumultuoso rapporto con il marito Walter, divenuto una celebrità internazionale per essersi assunto la paternità dei quadri.
Con la direzione della fotografia di Bruno Delbonnel, le scenografie di Rick Heinrichs, i costumi di Colleen Atwood e le musiche di Danny Elfman, Big Eyes è stato girato nell'estate del 2013 tra Vancouver, San Francisco e le Hawaii, e i dipinti usati per la realizzazione del film sono delle copie eseguite dal vero dei quadri della Keane, che ancora in vita (Walter è invece morto nel 2000) ha concesso le dovute autorizzazioni e il suo beneplacito alle riprese (oltre che alla sceneggiatura).
I PERSONAGGI PRINCIPALI
Protagonisti principali di Big Eyes sono gli attori Amy Adams e Christoph Waltz, chiamati a rivestire i panni di Margaret e Walter Keane. Abituata a vivere in un mondo in cui la donna, come ogni brava moglie degli anni Cinquanta, rimane a casa e l'uomo porta avanti con il suo lavoro la famiglia, Margaret lascia suo malgrado al marito la possibilità di attribuirsi la paternità dei suoi dipinti dai grandi occhi. L'inganno si rivela presto vincente, così come le intuizioni di Walter, che - a dispetto dei dinieghi delle gallerie e dei critici d'arte - decide di mettere in vendita le opere a prezzo contenuto favorendone così la diffusione anche nella classe media (un'intuizione che sarà seguita da altri grandi maestri della pop art, a cominciare da Andy Warhol).
Complicata come tutti gli esseri umani, un po' timida e anche umile, Margaret è stata facilmente manipolata dal marito Walter, rimanendone nell'ombra mentre egli partecipa ai talk show e ai vari eventi, godendosi un successo non meritato. Mentre la critica definisce kitsch i "suoi" lavori perché lontani dall'espressionismo astratto che ha governato il mondo dell'arte fino alla fine degli anni Cinquanta, Walter raccoglie un'improvvisa popolarità e ricchezza, che gli generano l'odio di Canaday, il più importante critico del New York Times portato in scena da Terence Stamp. Cattivo sui generis dotato di grande fascino, Walter non capisce neanche i motivi del malcontento della moglie Margaret: del resto, stanno facendo soldi, le persone amano i quadri, può dipingere tutto il giorno nella sua bella casa e non esiste alcun motivo per cui la gente debba sapere la verità. Man mano che il successo aumenta, l'ego di Walter straborda e collima con la paura dell'uomo di venire scoperto mentre la moglie, sempre più confusa e braccata, vive nell'infelicità per essere diventata una pittrice virtuale che nessuno conosce al di fuori delle mura della propria abitazione. E, in più, la situazione la costringe a mentire alla figlia Jane, il cui volto è impresso in molti dei suoi primi lavori (Jane ha il volto di due diverse attrici: a dieci anni è impersonata da Delaney Raye mentre a sedici è supportata da Madeleine Arthur).
Tra i primi sostenitori dei quadri dei Keane vi è sicuramente Enrico Banducci, un impresario noto per aver rilevato l' hungry i, una sorta di night club alla moda di San Francisco in cui si lasciava spazio e convivenza alla musica jazz, alle esibizioni comiche e alle canzoni popolari. Interpretato da Jon Pulito, Banducci aiuta i Keane appendendo i loro dipinti sui muri del suo affollatissimo locale contribuendo così a farli divenire famosi. A notare per primo le opere è il colonnista Dick Nolan, impersonato da Danny Huston. Giornalista del San Francisco Examiner, Nolan è più interessato ai personaggi che ruotano intorno al mondo dell'arte che all'arte stessa e in lui Walter intravede la possibilità di fare il grande salto.
Chi stupisce Walter è invece il gallerista e venditore d'arte Ruben, interpretato da Jason Scwartzman. Ruben, simbolo del nuovo modo di pensare molto sprezzante del vecchio, rifiuta i dipinti di Walter e li deride, arrivando a sentenziare che ad avere vero talento non sia lui ma la moglie Margaret.
Tra tanti personaggi realmente esistiti di Big Eyes, se ne evidenzia anche uno frutto della fantasia degli sceneggiatori: Dee-Ann, l'amica bohémien di Margaret impersonata da Krysten Ritter. Da poco sulla scena di San Francisco, Dee-Ann è meno convenzionale delle altre giovani donne, rappresenta il simbolo dell'emancipazione femminile e per Margaret è una specie di voce della coscienza, rivelandosi molto scettica e diffidente su ciò che di sbagliato sta accadendo all'amica.
Note
Burton adotta uno stile classico con narratore esterno, macchina da presa sensibile al primo piano, montaggio attento al controcampo e ricostruzioni meticolose - talvolta pittoriche - di ambienti interni coccolati con movimenti cadenzati e inquadrature fisse. Ma la tentazione fiabesca è forte e, talvolta, spinge la rappresentazione oltre i limiti del realismo in momenti fantasy soggettivi, in definizioni di personaggi che finiscono pericolosamente fuori registro, con stridenti crescendo di espressionismo prossemico, e in un processo finale grottesco che sprofonda la confezione classica in una dimensione farsesca tanto innecessaria quanto invadente.
Trailer
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Commenti (12) vedi tutti
Storia interessante e film con un buon ritmo narrativo
commento di Artemisia1593Big Eyes...Chi meglio di Tim Burton poteva raccontare la storia di questa artista.
commento di NobreTim Burton tiene a freno la sua furia visionaria, firmando un film – tratto da una storia vera – che, pur incappando qua e là nel registro fiabesco, ha un notevole mordente narrativo, che rende manifesta la complicità tra vittima e carnefice.
leggi la recensione completa di barabbovichBello.
commento di FiestaDa una strana storia vera. Che parla di arte e di menzogne, di furto di proprietà intellettuale ma anche di sottomissione delle donne e, conseguentemente, di autodeterminazione. Ovviamente al femminile.
leggi la recensione completa di YellowBastardNon esaltante. Voto 5
commento di ScemaranBasato su la storia di una delle pittrici di fama mondiale . E sul maschilismo dei primi anni del secolo scorso.
leggi la recensione completa di AlepeiDelicato biopic dalle tinte color pastello sostenuto dalle buone prove degli attori ma privo di inventiva e della giusta carica emozionale.
commento di Fanny SallyGodibile.
leggi la recensione completa di giansnow89Burton mette a nudo il "pittoresco" caso dei Keane
leggi la recensione completa di lino99Un'appassionata meditazione sul vero e sul fasullo, sul giusto e sull'ingiusto, e pure sul mestiere dell'artista.
leggi la recensione completa di IlGranCinematografoStoria vera e singolare che meritava di essere raccontata, trasposta in un film colorato, ma che accusa una certa mancanza di carica emozionale. Il risultato è interessante, ma piatto.
leggi la recensione completa di Guidobaldo Maria Riccardelli