Regia di Bent Hamer vedi scheda film
Commedia drammatica freddina e un pò insipida che estende le sue considerazioni filosofiche sul significato arbitrario e convenzionale da attribuire alla misura del mondo fisico, al dominio irrazionale ma altrettanto arbitrario dei sentimenti e delle passioni umane.
Non ostante il fallimento della sua relazione sentimentale e la improvvisa scomparsa del padre e collega, la metrologa norvegese Marie si reca lo stesso all'annuale conferenza parigina per certificare la correttezza del prototipo di chilogrammo del suo paese in rapporto al prototipo fondamentale custodito nella capitale francese. L'incontro e la conoscenza di un ex professore di fisica in pensione dal pollice verde, le servirà per ridefinire anche l'unità di misura fondamentale della sua vita affettiva e professionale e fare un primo bilancio delle sue relazioni col mondo esterno.
Commedia drammatica freddina e un pò insipida che estende le sue considerazioni filosofiche sul significato arbitrario e convenzionale da attribuire alla misura del mondo fisico, al dominio irrazionale ma altrettanto arbitrario dei sentimenti e delle passioni umane.
Se l'idea di base è corretta nel trattare gli spunti di una sinestesia che associ le deformazioni professionali di chi fa il metrologo di mestiere con le inevitabili derive di una vita sentimentale difficilmente riducibile attraverso un rigido determinismo matematico, come pure interessante appare la comparazione tra l'elaborazione del lutto (la separazione, la perdita) e l'alterazione accidentale di un campione metrico rispetto al quale stabilire e costruire pacificate relazioni tra culture scientifiche e umanistiche diverse, assai meno riuscita pare la sua messa in scena, afflitto com'è da uno schematismo didascalico (ci spiegano tutto, anche come ricaricare l'auto elettrica!) che fa compiere alla sua slavata e respingente protagonista una tragicomica spola tra il mondo di sentimenti raggelati da cui proviene e la malintesa empatia di una capitale europea che appare tutt'altro da quella meta romantica e poetica che ci presentano le guide turistiche per cuori solitari in cerca di facile consolazione.
Più utile per una comprensione en-passant sull'attuale diatriba tra i metodi tradizionali e le nuove definizioni atomiche o elettrodinamiche nella determinazione convezionale dell'unità di massa, piuttosto che per uno stralunato e grottesco disincanto scandinavo che appare mille miglia lontano dalla ingenua passionalità delle popolazioni mediterranee (persino i cugini d'Oltralpe ci fanno bella figura, tra giardinaggio e fringuelli canterini), il minimalismo del pur bravo regista scandinavo Bent Hamer (Factotum - 2005) rischia di annegare in mezzo alla noia e ad un mare di banalità di riporto, con tanto di misura delle ceneri del padre che riconducono ad un approccio euristico nella dimostrazione scientifica dell'esistenza dell'anima: tolti i fatidici 21 grammi, l'approssimazione del Chilogrammo, come preannuncia lo stesso titolo, non fa comunque tornare i conti.
Candidato per la Norvegia agli Academy Awards 2014, ovviamente non andato a buon fine.
Bella incatenata dai sui stessi ormeggi:
la cinghia della borsa,
e stringhe mosce,
e fasce di camoscio e stratagemmi
dei morbidi tormenti d'organzino.
Si fa la trigonometria,
nei finestrini corrispondenti agli occhi alessandrini,
di lei che guarda fissa
un suo sussulto fuso nel vetro.
(Il metro, il chilo...eccetera)
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