Regia di Bent Hamer vedi scheda film
L’ipotesi del film è chiara fin dall’inizio : il vecchio scienziato Ernst alla fine dei suoi giorni comincia a intravedere il contrasto tra una vita dedicata ad un importante, ma non poi così determinante, controllo dell’unità di misura a livello mondiale. Il rituale della combinazione ,complicatissima, a tre chiavi diverse, in tre mani diverse, della cassaforte ove è custodito la custodia del peso universale in Norvegia è maniacale. L’anziano scienziato, pur contento che la figlia continui la sua opera, le raccomanda di aver cura della fattoria lasciatagli dal padre e ingiustamente sottratta al fratello , che lui rimpiange. La figlia a Parigi comincia ad essere turbata dalla conoscenza di uno scienziato, ormai allontanatosi da quei mondo, dedito al giardinaggio e studioso del variare del canto dei cardellini all’avvicinarsi alla città.
La scienziata comincia ad aiutare l’amico francese a piantare i fiori e comincia a simpatizzare con lui, che ancora non ha perso la freschezza delle sue emozioni. Tornata in patria per la morte del padre , ne pesa le ceneri e si accorge che lo spirito pesa ( forse ?) 21 grammi. Guarda dallo stretto cortile dove andava a fumare con il padre la notte stellata cercando di intravedere l’anima del genitore. Durante il viaggio di ritorno l’incidente con l’auto e la conseguente rottura dell’involucro che racchiude il Kilo rappresenta un buon pretesto per tornare in Francia allo scopo di farlo riparare. Il danno sarà di poco conto rispetto ad altre situazioni dove il peso nazionale è andato addirittura perso!
Non è un film né coinvolgente né passionale. Non c’è mai eros nei baci fugaci sulle guance quando si salutano e nemmeno nella scena madre del film, quando, tutti nudi nella antiquata vasca da bagno ,scoprono, in maniera del tutto anemozionale, come al suono di una determinata parte anatomica corrisponda (indicandola) la parte chiamata (piede- dito-pollice-mano-braccio). Persino dopo la penetrazione, riescono ad argomentare in maniera astratta sulla misura del membro virile.
E’ come se il regista volesse convincere razionalmente lo spettatore, senza indulgere in alcuna emozione, che la ricerca eccessiva della perfezione tecnologica porti gli esseri umani alla perdita di valori troppo importanti quali l’amore, l’eros, le passioni, la fisicità, la felicità, l’arte, la musica la natura , la terra, lo spirito, l’umanità. La fine sarà che la donna rifiuterà questa scienza per rifugiarsi nella natura dei boschi, degli uccelli, delle stelle.
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