Regia di Roger Spottiswoode, Brando Quilici vedi scheda film
Compresso tra una sterminata produzione per bimbi e le saghe fanta-soprannaturali per giovani adulti, il cinema per ragazzi oscilla tra il sottovalutato, l’inesistente e il pomeriggio estivo di Italia 1. Il mio amico Nanuk, sulla carta (del romanzo di Brando Quilici, che contribuisce anche con le riprese della natura polare), ha le potenzialità per intrattenere felicemente ragazzini troppo cresciuti per certi cartoon ma non ancora interessati a distopie & vampiri: è la storia di un dodicenne che vive ai margini del circolo polare artico, che un giorno trova un cucciolo d’orso bianco in garage e che decide, da solo, di portarlo a nord per farlo ricongiungere alla madre, traslocata a mezzo elicottero dalle autorità preoccupate di allontanarla dai centri abitati. Lungo la strada, tempeste, il pericolo in agguato del congelamento, i ghiacci che si sfaldano, ma anche gli incontri con una comunità eschimese e con i lavoratori di una petroliera, oltre a un rapporto tenerissimo che si costruisce con il piccolo animale. Il plot procede spedito, e giustamente innaffiato di buoni sentimenti e di parentesi pedagogiche, senza risparmiare lampi di tensione prima dell’inevitabile happy ending. Spiace, dunque, che la confezione abbia un gusto un po’ raffazzonato: tagli d’inquadratura non sempre efficaci, qualche ripresa confusa, la difformità tra sequenze finzionali e immagini documentaristiche e un cast non particolarmente convincente (a esclusione dell’irresistibile orsacchiotto) spezzano l’immersione totale nell’avventura.
In edicola e in versione pdf (visibile su tutti i PC, tablet e smartphone) nel nostro nuovo Negozio digitale, al costo di 1,79€
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta