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Scandalo al sole

Regia di Delmer Daves vedi scheda film

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La recensione su Scandalo al sole

di scandoniano
8 stelle

“Scandalo al sole” è entrato di diritto nella storia del cinema per essere stato un film precursore. Girato nel 1959 e diretto da Delmer Daves, questa pellicola si prende la briga di affrontare alcuni dei temi più scottanti dell’epoca, quali il divorzio, l’amore prematrimoniale, la gravidanza inattesa, il tradimento, le famiglie allargate. Tutte tematiche indigeste per l’epoca, in un clima da caccia delle streghe, in epoca di post-maccartismo; tutte tematiche trattate in un film volutamente provocatorio, girato con grande garbo, tanto che non esistono sequenze “hot”, né un linguaggio fuori dai canoni del buon gusto nonostante l’amore sia tutt’altro che platonico. Il parallelismo tra giovani d’oggi e giovani di ieri è un altro tema affrontato con pervicacia dagli autori, che ci tengono a sottolineare il bigottismo di una certa America, quella delle famiglie per bene con tanti scheletri nell’armadio. Uno dei protagonisti, Ken (Richard Egan), ex bagnino, ora facoltoso imprenditore chimico, al mare con moglie e figlia, è l’ago della bilancia delle vicende intra ed intergenerazionali: in pessimi rapporti con la moglie, ritrova sull’isola in cui sbarca per le vacanze una vecchia fiamma (Dorothy McGuire), con cui ha avuto una relazione intensa e passionale; tra i due ritorna prepotentemente il sentimento, così come sfocia tra i rispettivi figli, una Sandra Dee (da oggi in poi simbolo del melodramma a stelle strisce) e Troy Donahue. Il film racconta con grande efficacia le difficoltà di genitori di stampo differente, che ricordano le proprie scappatelle giovanili e che di fronte a quelle dei propri figli devono prendere una decisione. Il manicheismo tra bacchettoni e “genitori moderni”, fu una partigiana lotta che all’epoca provocò la nascita di tifoserie organizzate: moralisti contro permissivisti, in una partita che il regista, con il finale striminzito ma chiarissimo, fa vincere ai secondi.
Sul piano storico un film da 5 stelle, per il valore sociologico che ha intriso irrimediabilmente la pellicola, mentre per il resto il film è un melò a tutti gli effetti, con una bella fotografia ed un altrettanto valida regia, degli attori nella norma ed il tema musicale di Max Steiner, questo sì, rimasto indiscriminatamente nel cuore di entrambe le fazioni. 

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